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Mai Dire Talk: è tornata la vera Gialappa’s, che sa valorizzare anche quelle come Giulia De Lellis

“Mai Dire Talk” è un programma che ha sicuramente ancora qualcosa da limare, ma che nella sua baraonda, nel suo casino, riesce a parlare di tutto – social, web, cinema, politica, televisione alta e bassa – ridendone dei tic e delle solite forme. Bentornata alla vera Gialappa’s Band, dopo 30 anni sono ancora una irresistibile anomalia della tv.
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Giulia De Lellis, tre milioni e mezzo di follower su Instagram e un solo libro letto nella sua vita, "Il piccolo principe" in quinta elementare, si sente pronta però a scrivere un libro: "Certo, perché no?". Con la stessa naturalezza con cui si può approcciare a qualsiasi altra cosa, che so, magari uno sport. "Conosci il bowling?" "No, però potrei provare a giocare". Ecco. E quando Paolo Guzzanti, che di libri ne ha letti e ne ha scritti in tutta la sua vita, si rivolge alla ex-tronista-ora-influencer, dopo aver saputo del suo fatturato: "Ma allora non leggi libri, è così? No, perché per decenni ho comprato centinaia di migliaia di libri, che ora sono impolverati, e non so perché diavolo l'ho fatto! No, sei geniale, sei una persona geniale", su questo, interviene la Gialappa's Band: "Il bello è che ognuno dei due vorrebbe essere l'altro". Ecco, questo è "Mai Dire Talk" in un passaggio chiave.

Il nuovo programma della Gialappa's Band funziona

Il nuovo programma della Gialappa's Band funziona e può fare ancora meglio. Collaudata l'intesa con il solito Mago Forest a dettare i tempi affiancato da Greta Mauro e Stefania Scordio, rispettivamente giornaliste a "Matrix" e Tgcom24″ (meglio la Mauro nella prima puntata). Ma il trio composto da Giorgio Gherarducci, Marco Santin e Carlo Taranto è riuscito a fare un programma televisivo in cui si sfrutta anche l'ombra del web, soprattutto l'ingerenza dei social network sulle nostre vite.

Il momento culturale affidato a Giulia De Lellis

Ecco perché inserire un personaggio come Giulia De Lellis in un dissacrante "momento culturale" funziona. Nella prima puntata, Giulia De Lellis ascoltava le motivazioni di Gio Evan e Giovanni Storti (sì, quello del trio con Aldo e Giacomo) che potessero spingerla a leggere i rispettivi libri. Un segmento che funziona, incluse le terribili denigrazioni da scuola media con cui Giulia De Lellis si accanisce sul look del poeta di Elisa Isoardi ("Come mai un poeta porta questi occhialetti? Hai i capelli un po' secchi?"). E ancora "Già il pensiero mi annoia" quando Giovanni Storti prova a spiegare il libro che ha scritto sulla base della sua esperienza personale. Resta un modo per parlare di libri, dissacrandoli completamente.

Il ritorno dei cavalli di battaglia

La Gialappa's Band riporta in televisione anche Maccio Capatonda e Herbert Ballerina. Il duo rispolvera i finti trailer che li hanno resi protagonisti assoluti dell'ultimo decennio. Sto ancora crepando a pensare a "L'esorCisti". Sono tornate anche le inchieste di Jerry Polemica, ma soprattutto è tornato Marcello Cesena e la sua "Sensualità a corte". "Mai Dire Talk" è un programma che ha sicuramente ancora qualcosa da limare, ma che nella sua baraonda, nel suo casino, riesce a parlare di tutto – social, web, cinema, politica, televisione alta e bassa – ridendone dei tic e delle solite forme. Bentornata alla vera Gialappa's Band, dopo 30 anni sono ancora una irresistibile anomalia della tv.

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