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L’Uomo Tigre compie 50 anni, il cartone che ha fatto la storia dell’animazione giapponese

Andava in onda il 2 ottobre 1969 per la prima volta in tv la prima puntata de “L’Uomo Tigre”. Sono passati 50 anni, mezzo secolo, un tempo necessario a trasformare l’opera, sia il manga che l’anime, in qualcosa di assolutamente epico e irripetibile. È la storia di Naoto Date, che dopo essere diventato uno dei wrestler più forti del mondo decide di aiutare economicamente l’orfanotrofio che l’ha cresciuto contravvenendo alle regole dell’associazione che lo ha reso così forte, la spregevole Tana delle Tigri.
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Andava in onda il 2 ottobre 1969 per la prima volta in tv la prima puntata de "L'Uomo Tigre". Sono passati 50 anni, mezzo secolo, un tempo necessario a trasformare l'opera, sia il manga che l'anime, in qualcosa di assolutamente epico e irripetibile. La storia di Naoto Date, l'orfano cresciuto nella Tana delle Tigri, deciso a difendere i deboli dalla tirannia di oppressori e violenti; l'uomo che rinnega i suoi stessi insegnamenti e i suoi maestri, finendo per diventare un simbolo di pace e di speranza.

La trama de L'Uomo Tigre

Dopo essere diventato un fortissimo combattente e un lottatore professionista di wrestler negli Usa, Naoto Date torna in Giappone per aiutare il suo vecchio orfanotrofio, donando una parte di quanto guadagnato alla Tana delle Tigri. L'associazione ritiene L'Uomo Tigre un traditore, per questo inizia a mandare i suoi emissari con l'intento di sconfiggerlo sul ring e ucciderlo. Lealtà e solidarietà, i valori fondanti di questa grandissima opera.

Il manga di Ikki Kajiwara

Il manga di Ikki Kajiwara fu pubblicato in Giappone per la prima volta dal 1968 al 1971. Un successo incredibile in Giappone che nel mondo si è ripetuto solo anni dopo, in parallelo alla diffusione dell'anime. In patria il successo fu tale da indurre la lega nipponica di wrestling ad acquistare i diritti per creare un lottatore ispirato proprio a L'Uomo Tigre, Tiger Mask appunto. Nel manga compaiono altri lottatori reali, come Giant Baba e Antonio Inoki.

La sigla de L'Uomo Tigre

Per la serie storica, la sigla originale giapponese fu ideata da Hiroshi Nitta, Junsuke Kikuchi e Nashio Kitani. Ma, tra le sigle de L'uomo tigre, quella che conosciamo noi in Italia è quella famosa composta da "I Cavalieri del Re", scritta e cantata da Riccardo Zara: "Solitario nella notte vase lo incontri gran paura fa/il suo volto ha la maschera/tigre/tiger man". Una canzone che ha fatto la storia per almeno tre generazioni, un ritmo coinvolgente, un giro di basso dal grande ritmo, riff di chitarra alternati dal ruggito di una tigre (fu utilizzato però il campionamento del ruggito di un leone).

La morte di Keiichiro Kimura

La storia recente de L'Uomo Tigre è stata segnata da un lutto importante, quella del character design dell'opera, Keiichiro Kimura. Aveva 80 anni, era uno degli autori più conosciuti del mondo d'animazione giapponese. Da "L'Uomo Tigre" a "Mimì e la nazionale di pallavolo". Fu un simbolo della Toei Animation così come Ikki Kajiwara, scomparso nel 1987.

I sequel de L'Uomo Tigre

Alla prima storica stagione, fa seguito "L'Uomo Tigre II" (si legge secondo) che introduce un nuovo personaggio dietro il volto del lottatore mascherato, che di anni oggi ne ha 39. In concomitanza del 47esimo anniversario dal primo capitolo, è stato prodotto un nuovo sequel di 38 episodi, trasmessi per la prima volta il 1° ottobre 2016. Non un remake, ma un vero e proprio sequel che segue le avventure di due lottatori, cresciuti nella stessa palestra, che prenderanno strade diverse.

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