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Lo psicologo dei cani Cesar Millan criticato dagli addestratori

Addestratori e padroni giudicano brutali e irrispettose della sensibilità canina le tecniche di Millan. Per gli esperti, nel processo evolutivo dell’educazione canina è in atto il passaggio dalla fase permissiva a quella autoritaria, perseguita dall’educatore del reality Dog Whisperer.
A cura di Marianna D Onghia
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millan

E' giorno per giorno crescente la sensibilizzazione al mondo canino, con campagne contro l'abbandono e il maltrattamento dell'animale domestico: anche Fanpage ha collaborato con I Jackal con un video che fa riflettere sulla bestialità umana e immagina imprevedibili ritorsioni canine. Proprio contro una "presa di potere" dell'animale, nella quotidianeità umana, si inseriscono i metodi educativi di Cesar Millan, secondo il quale nel rapporto uomo-animale, è bene chiarire sin da subito chi comanda. Per far comprendere al cane determinate gerarchie, però, l'educatore messicano utilizza tecniche prepotenti e brutali, secondo l'opinione di parte degli addestratori e padroni canini.

TEORIA E METODO DI CESAR MILLAN: I principi educativi di Cesar Millan, esplicati in tv nel reality show Dog Whisperer, si posizionano sul fronte opposto del permessivismo imperante della società d'oggi, che secondo Millan sbaglia nel mettere alla pari cane e padrone e nel viziare eccessivamente il quadrupede domestico. Millan consiglia così di mettere a bada istinto e aggressività del proprio cane emulandolo, tirando fuori cioè il nostro lato bestiale, ossia ringhiando. Il cane capirà così di non essere nel territorio di suo esclusivo dominio, ma di doverlo dividere con un'altra presenza forte, come si deve presentare al cane il suo padrone. Se questo primo tentativo di far valere la propria presenza non va in porto, scatta il piano B: far sdraiare il cane a pancia in giù e guardarlo con sguardo indignato. Ecco, avete stabilito chi è il capo-branco in casa! Inoltre per Millan è importantissima la comunicazione visiva e sonora con il cane: nei nostri occhi e nel nostro tono di voce non devono leggere accondiscendenza, ma polso fermo e decisione, che l'educatore non esclude di mostrare anche con strattonate al guinzaglio o percosse con lo stesso.

Millan e un cane

CRITICHE AL METODO MILLAN: Proprio questo ultimo punto della "teoria Millan" non garba a diversi addestratori canini, che giudicano brutali le manovre educative del messicano. Anche alcuni padroni e padroncine hanno espresso disaccordo verso i metodi di Millan, a detta loro poco rispettosi del cane e violenti. Questa fetta di schierati opinionisti è seguace della teoria permessivista bocciata da Millan, che vede il padrone affettuoso e accondiscendente verso il suo cane e l'educatore meno impositivo rispetto all'approccio di Millan.

Per gli studiosi del fenomeno evolutivo dell'educazione canina, questa fase permissiva è vicina al tramonto e Millan è seguace di una nuova era dell'addestramento del fedele amico degli umani, quella che ri-chiarisce i ruoli di cane e padrone, escludendo l'umanizzazione del cane o una propensione alla bestialità del padrone, ma trovando il giusto equilibrio. Lo scontro tra le due diverse teorie di educazione e approccio canino è inevitabile, ma a giudicare la corrente di pensiero migliore o il giusto metodo non può che fare da arbitro il quotidiano e l'esperienza. Volendo fare un parallelo con l'evoluzione dell'educazione filiare, siamo nella fase "figli in libertà" o "figli al guinzaglio" (nel senso metaforico dell'espressione)? No, perchè cani e umani, al di là di istinto e ragione, hanno diversi punti in comune, straordinariamente!

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