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Lino Guanciale: “Cagliostro mi ha insegnato a prendermi cura delle persone come se dovessi perderle”

Lino Guanciale torna in tv con ‘La porta rossa 2’. Intervistato da Fanpage.it, l’attore ha svelato l’importante lezione sulla vita che ha imparato dal personaggio di Leonardo Cagliostro e ha rimarcato quanto sia stato complesso caratterizzarlo. Inoltre, ha raccontato come vive l’attesa dei dati Auditel e il suo rapporto con i social.
A cura di Daniela Seclì
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Mercoledì 13 febbraio, Rai2 propone ‘La porta rossa 2‘. La fiction diretta da Carmine Elia torna in tv con sei appuntamenti in prima serata. Fanpage.it ha intervistato il protagonista Lino Guanciale. L'attore interpreta Leonardo Cagliostro, commissario assassinato mentre tentava di arrestare un narcotrafficante. Il suo spirito si è rifiutato di attraversare la porta rossa che gli avrebbe permesso di accedere al regno dei morti. Lino Guanciale ci ha raccontato l'importante lezione sulla vita imparata dal suo personaggio e ha rimarcato le difficoltà riscontrate nel caratterizzarlo. Inoltre, ha parlato di come vive l'attesa dei dati Auditel e del suo rapporto con i social.

Il 13 febbraio parte la seconda stagione de ‘La porta rossa 2'. Cosa dobbiamo aspettarci dai nuovi episodi?

Di certo ci sarà un rilancio su quelli che a noi sono sembrati gli aspetti forti della prima stagione e sulla qualità della scrittura. C'è sempre meno concentrazione sul melò classico ma più sugli aspetti crime, sul giallo. La trama è appassionante e complessa. La fotografia e la regia sono ancora più raffinate. Oltre agli attori che il pubblico ha già conosciuto e amato nella prima stagione, ci sono delle new entries molto importanti come Fortunato Cerlino, Antonia Liskova e tanti altri. Insomma, è un cast che crediamo sia di un livello molto alto.

Quale è stata la maggiore difficoltà che hai incontrato nell'interpretare uno spirito?

In realtà, quello che a me piace molto di questa storia è che il personaggio di Cagliostro, pur essendo un fantasma, è affrontato con grande concretezza. È un po' come nel film ‘Il sesto senso', sta tra i vivi come se fosse vivo. Quello che ho trovato molto complesso da rendere nella prima stagione era lo shock della nuova condizione, il trauma di essere a metà tra i vivi e chi non c'è più, con l'impossibilità di agire e interagire o modificare gli eventi direttamente. Nella seconda stagione, Cagliostro è più abituato alla sua dimensione. Non che non gli pesi, ma ha un maggiore equilibrio. Ha trascorso sei mesi in silenzio totale, non ha avuto più contatti con nessuno, neanche con Vanessa. In qualche modo è maturato, ha accettato la sua condizione. Rendere questo equilibrio è stato molto difficile.

Trovo interessante la prospettiva di Cagliostro. Quella di uno spirito che guarda al passato, agli errori a cui non può più porre rimedio, alla sofferenza che si è lasciato alle spalle. Insomma, per lui ormai i giochi sono fatti. Cosa ti ha insegnato Leonardo sulla vita?

Mi ha insegnato tante cose. Lui era convinto che ci sarebbe stato tempo per dare una certa attenzione ai propri affetti. La sua esperienza mi ha insegnato che bisogna curare le persone che ci sono vicine come se dovessimo perderle da un momento all'altro. So che è un po' forte messa così però a volte ci dimentichiamo di quanto siamo transitori e tendiamo a lasciare in sospeso cose importanti con persone importanti pensando che poi tutto si aggiusterà. In realtà tutto può arenarsi e precipitare a prescindere dalla nostra volontà. Ecco, a me Cagliostro ha insegnato questo. Ad agire in maniera tale da non avere rimpianti.

Durante la messa in onda de ‘La porta rossa 2', il cast avrà un filo diretto con gli spettatori tramite i social. Tu sei molto attivo sia su Instagram che su Twitter. Cosa ti piace di questo mezzo?

Mi piace che attraverso questi canali si possa stabilire un rapporto con gli spettatori. Chiaramente non si è veri amici perché ci si incrocia sui social. Purtroppo per alcuni diventa così, questo ci dovrebbe far riflettere su quanto vuoto esistenziale questi mezzi siano andati fintamente a colmare. Detto questo, i social restano comunque un mezzo per creare connessione. Io li uso molto per il lavoro, sia quello televisivo che quello cinematografico e teatrale. Possono azzerare le distanze e questo è sano. A me interessa il lato umano della faccenda, non quello promozionale.

Giovedì mattina apprenderai come è andata la prima puntata de ‘La porta rossa 2'. Rientri tra gli attori che alle 10 in punto si collegano a Internet per conoscere i dati Auditel o non gli dai peso?

Tento di non farla diventare una malattia. Ansia e attesa per un lavoro che hai fatto ci sono sempre e quello che viene fuori dagli ascolti è un dato importante. Credo che il sistema si dovrebbe evolvere in maniera più consona all'epoca della rivoluzione digitale. Detto ciò, io cerco di dimenticare che il mattino dopo escono i dati, vado a prendere un caffè, faccio colazione, non guardo l'orologio finché posso tanto poi arrivano le telefonate. I miei familiari sono diventati degli analisti Auditel preparatissimi (ride, ndr). C'è anche l'Isola dei famosi mercoledì? In bocca al lupo. Spero che ‘La porta rossa 2' venga accolta bene in modo da non dover temere confronti.

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