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Le cose per cui la Rai dovrebbe davvero scusarsi (altro che bestemmie)

La Rai si scusa per la bestemmia comparsa in sovrimpressione durante il capodanno, cosa per la quale il responsabile è stato sospeso. Scuse di facciata per un’indignazione assurda da parte dei telespettatori, quando ci sono ben altre cose per le quali il servizio pubblico dovrebbe scusarsi.
A cura di Andrea Parrella
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Bestemmiare è mancare di rispetto, su questo non ci piove. Equivale a pronunciare pubblicamente offese contro gli omosessuali, gli animalisti, i neri, i bianchi, gli ebrei e qualsiasi altro raggruppamento rappresenti una categoria universalmente oggetto di offese. Detto ciò, trovo ridicole le scuse della Rai ed il servilismo che l'azienda dimostra nei confronti delle questioni di facciata. Non tollero l'importanza che il servizio pubblico affida alle copertine più che ai contenuti, il costante atteggiamento di chi si dissocia per non prendere mai parte, salvo che quella parte non sia suffragata dal popolo al punto da diventare materiale populisticamente modellabile. Parlo del modo in cui la Rai sia conservatrice in occasioni come quella del Capodanno condotto da Amadeus e Rocco Papaleo, per la quale un dipendente Rai rischia il posto, sospeso per essersi distratto non filtrando un sms contenente un'esplicita bestemmia. Dice bene lo stesso Amadeus quando afferma che la colpa vada data a chi il messaggio lo ha scritto, ma secondo me la colpa va data anche alla Rai, che scusandosi per un'inezia da rilievo all'inezia stessa, oltre a dimostrare lo stucchevole perbenismo di cui è affetta. Excusatio non petita, accusatio manifesta.

Penso che la Rai debba chiedere scusa per ben altre cose, una serie di cose che, messe insieme, danno come risultante l'impoverimento culturale, e televisivo, di questo paese. Dovrebbe preoccuparsi di chiedere scusa per non essere un'alternativa alla televisione commerciale ma anzi farle da specchio, chiedere scusa perché incapace di offrire altro rispetto a "Il Segreto" che non sia un Segreto al quadrato.

Dovrebbe scusarsi perché se una fiction di valore riesce a produrla o metterla in palinsesto è incapace a valorizzarla, perché le serie tv di livello, o quantomeno dotate di potenziali contenuti, finisce per sospenderle in ragione di ascolti bassi (per informazioni, citofonare "Non uccidere"). La Rai farebbe meglio a scusarsi per aver silurato uno dei pochi programmi interessanti della scorsa stagione, il Dopofestival web senza filtri di Saverio Raimondo, con la motivazione che fosse "troppo aggressivo"; oppure sarebbero gradite scuse per aver completamente dimenticato di ricordare eventi storici rilevanti di questo paese, come accaduto lo scorso ottobre, quando le reti Rai hanno completamente dimenticato la tragica ricorrenza della strage del Vajont (comprese Rai 5 e Rai Storia). Sono "solo" queste le colpe della Rai, perché la ricerca è stata limitata al solo 2015. Sarebbe stato molto bello se l'azienda, all'indignazione per la bestemmia, oppure a quella per un minuto di anticipo nei festeggiamenti della mezzanotte di capodanno avesse risposto "Ma veramente state facendo? Siete seri?".

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