Le 35 donne violentate da Bill Cosby finiscono in copertina sul NY Magazine
La vita e la reputazione di Bill Cosby, come noto, non sono più le stesse da diversi mesi a questa parte, ovvero da quando si è fatta largo la notizia, sempre più insistente, relativa ai suoi scandali sessuali, le presunte molestie nei confronti di colleghe attrici più giovani di lui. Si sa come le cose siano andate, poi, nel corso delle settimane, prima con un Cosby tendente a negare le ipotesi e dirsi innocente, fino a quando, poche settimane fa, da un audio decisamente datato, non emerse una sua dichiarazione in cui ammetteva, effettivamente, di aver drogato delle donne con barbiturici, per abusare conseguentemente di loro. Uno dei comici più famosi d'America degli anni '80, la cui carriera viene compromessa per sempre da uno scandalo assurdo come questo.
Sono 35 le donne ritratte e fotografate, oltre che intervistate dal noto magazine newyorkese, che dà voce a coloro che si dichiarano vittime di molestia da parte del noto attore. Tra loro, ad esempio, c'è Lili Bernard, che rivela quanto la stima che le attrici provassero, artisticamente, per Cosby, abbia portato probabilmente a tutto quanto accaduto: "Nei primi anni '90, quando avevo circa venticinque ann Bill Cosby è stato il mio mentore. Ha guadagnato la mia fiducia totale e poi mi ha drogato a mia insaputa. Mi ha violentato. Non lo chiamerei pazzo. Aveva il controllo totale del suo comportamento". A dire cose ancor più dure è Joan Tarshis, che lancia un paragone piuttosto pesante: "Penso che la sua eredità sta per diventare simile a quella di OJ Simpson. Quando si sente questo nome, non si pensa: ‘Oh, che grande giocatore di football'. E così per Cosby non penseranno ‘Oh che grande comico', ma penseranno a uno stupratore seriale.
A rendere ancor più significativa la copertina del magazine è quella sedia vuota, che probabilmente lascia immaginare possa esserci una nuova, futura accusatrice. Come noto, il tutto è stato generato dalla dichiarazione di Cosby del 2005, quando il comico ammetteva le proprie colpe in una dichiarazione.
