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Le 3 regole di Jen Arnold per coltivare il suo “piccolo grande amore”

In un’intervista rilasciata a People, la protagonista de “Il nostro piccolo grande amore” ha rivelato i suoi tre segreti per un matrimonio felice. Jen Arnold, inoltre, ha spiegato che per il momento non ha intenzione di adottare un terzo figlio. Lo farà, probabilmente, solo quando Will e Zoey saranno cresciuti.
A cura di Daniela Seclì
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Bill Klein e Jennifer Arnold sono gli sposini più amati del piccolo schermo. Il docu-reality "Il nostro piccolo grande amore" gode di un pubblico di fedelissimi che si sono appassionati alle vicende della coppia affetta da nanismo. Ciò che ha colpito maggiormente gli spettatori, è l'abilità di Bill e Jen di costruire la loro felicità nonostante i tanti ostacoli che si sono ritrovati a dover superare. La loro forza risiede proprio nell'amore che provano l'uno per l'altro. In un'intervista rilasciata a People.comBill e Jen hanno svelato i segreti per un matrimonio felice. Bill ha spiegato:

"Come tutte le coppie, anche noi abbiamo delle liti, ma non le facciamo mai durare fino al giorno dopo. Tutto è risolvibile, anche se qualcuno deve dire "mi dispiace".

Jennifer Arnold ha tre regole ben precise per preservare il rapporto con suo marito:

1 – Sapere quando arrendersi.

2 – La moglie ha sempre ragione.

3 – Trovare sempre del tempo da dedicare l'uno all'altra.

Inoltre, la donna ha aggiunto:

"Quando hai una vita frenetica e due bambini che durante il giorno richiedono tutta la tua attenzione e energia, devi sincerarti di ritagliarti un momento con il tuo compagno durante la sera. Ad esempio, si può bere un bicchiere di vino dopo aver messo i bambini a letto, guardare la tv insieme e assicurarsi di dare all'altro un po' del proprio tempo".

La coppia ha adottato due bambini, Will e Zoey. Per il momento vogliono dedicarsi interamente a loro e dunque non hanno intenzione di allargare ulteriormente la famiglia. Jen ha spiegato:

"Ora siamo veramente felici. Mi piace dare loro tutte le attenzioni di cui hanno bisogno. Ad un certo punto, quando arriverà la preadolescenza, di sicuro entreranno in contrasto con noi e a quel punto – forse – potremmo adottare un terzo bambino. Perché abbiamo scelto dei bimbi affetti da nanismo? Il nostro scopo era quello di usare la nostra esperienza di nani per provare ad aiutare dei bambini che si ritrovano nelle stesse circostanze. Inoltre volevamo allargare la famiglia. Conciliare le due cose è stato perfetto".

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