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Laura Tecce e le sue Onorevoli Confessioni: “I politici sono come noi, possono amare e piangere”

Dopo tre puntate, in onda ogni giovedì a mezzanotte su Rai2, le sue interviste ai politici sono già diventate un cult: “L’obiettivo era far venire fuori attraverso le loro passioni private, il loro amore per quello che fanno”. E sul futuro: “È un programma che può funzionare anche in altre fasce orarie”.
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Laura Tecce riesce a far piangere i politici, nel senso che li fa commuovere mettendo a nudo il loro privato e le loro emozioni. "Il segreto è l'empatia. Ci interessa far vedere che i personaggi politici sono anche altro" racconta la giornalista e conduttrice di "Onorevoli Confessioni" a Fanpage.it "e così viene fuori anche il loro amore per quello che fanno". Dopo tre puntate, in onda ogni giovedì a mezzanotte su Rai2, le sue interviste sono già diventate un cult disegnando ritratti inediti di Teresa Bellanova, Giorgia Meloni, Stefano Bonaccini e Renato Brunetta. Onorevoli, ministri e governatori, tutti si raccontano in modo intimo e personale, in un programma che merita la riconferma, magari in una fascia oraria più allettante.

Onorevoli Confessioni si concentra sulla vita dei politici fuori dalla politica. Come si fa a tirare fuori il privato da chi occupa costantemente la vita pubblica del Paese?

Si fa con empatia. Io credo che noi giornalisti dobbiamo sì essere i cani da guardia del potere, e non faccio sconti a nessuno nella mia professione, ma in un programma del genere ci interessa far vedere che i personaggi politici sono anche altro. Bisogna partire piano, prendere confidenza. All’inizio sono un po’ titubanti, poi si lasciano andare e non è assolutamente scontato. Bisogna saper mettere a proprio agio le persone ed il mio ruolo lì non è quello di mettere in difficoltà l’intervistato, ecco.

Umanizzando il personaggio politico, lo si sveste in qualche modo della retorica della casta. È stato uno degli obiettivi che ti sei prefissata insieme agli autori?

Io non credo che esista una casta dei politici. C’è stata quest’opera di demonizzazione della nostra classe politica, un’operazione che delegittima in primis il popolo italiano. Perché i politici rappresentano gli italiani. Non è vero che sono tutti privilegiati, non è vero che sono tutti nullafacenti. Le persone che ho intervistato sono persone perbene. Quindi non era un obiettivo prefissato, non era nemmeno umanizzarli, sono già umani. L’obiettivo era far venire fuori attraverso le loro passioni private, il loro amore per quello che fanno.

La Meloni ha mostrato un lato sbarazzino, difficilmente immaginabile. La Bellanova ha pianto ripensando ai sacrifici dei suoi genitori. Ieri abbiamo visto le emozioni di Brunetta e Bonaccini.

Brunetta ha una storia simile a quella della Bellanova e infatti anche in questa puntata ci siamo emozionati. Il papà di Brunetta vendeva i souvenir di Venezia, le gondole. Erano in nove in una casa di 60 metri quadri. Poi lui è diventato professore universitario e ministro. È gente che ce l’ha fatta perché alla base qualcosa ci deve essere.

Come hai scelto i politici da intervistare?

Ho cercato persone che avessero una storia da raccontare. Ognuno di noi ha le proprie idee politiche, tutte legittime, però magari vedere queste persone in un’altra veste non ti fa cambiare idea sulla loro visione del mondo. In questo paese c’è troppo odio, anche sui social, queste interviste possono aiutare a contrastare questa brutta consuetudine.

L’impressione è che il programma possa funzionare anche in una fascia oraria differente. C’è la possibilità che la Rete possa considerare una fascia oraria differente in futuro?

Sì, questo è un programma che può funzionare anche in altre fasce orarie. Spero che la Rete prenda in considerazione questa cosa. Sono estremamente grata a Ludovico Di Meo che comunque sta sperimentando molto, penso anche al programma di Lundini che mi precede. Ha sperimentato anche su di me. Sono programmi nuovi con facce nuove, spero davvero che in un seguito.

Ieri è partito il coprifuoco in Lombardia. Oggi in Campania e nel Lazio. Cresce anche il numero dei contagi in Toscana. Un secondo lockdown si può evitare?

Non contesto le azioni di Governi e governatori. Contesto il terrorismo mediatico di alcuni virologi. Galli che dice: “Io non vedo la gente morire di fame” è una frase aberrante. C’è la gente in fila alla Caritas e sono persone che hanno perso il lavoro. La parola coprifuoco è già una parola molto brutta che ricorda la guerra, ma è una situazione che va affrontata con lucidità. Io non credo che sia la vita notturna il problema, gli assembramenti sono più diurni. C’è molto più assembramento nelle metropolitane delle grandi città piuttosto che nel ristorante, che segue dei protocolli. Sileri, che sarà protagonista nelle prossime puntate, dice: “A me spaventano le situazioni in cui non si rispetta il protocollo”. Nei ristoranti, i protocolli si rispettano.

Roberto Mancini – ct della Nazionale – condiviso sui social una vignetta che sta facendo discutere. C’è un uomo in terapia intensiva e l'infermiera gli chiede: “Come ti sei ammalato di Covid?” “Guardando i Tg”, risponde lui.

È un'entrata a gamba tesa sull'argomento, purtroppo lo fanno tutti. Ognuno dovrebbe occuparsi del proprio ambito. Anche Galli, ripeto, è entrato a gamba tesa dicendo che non vede la gente morire di fame. Sulla vignetta di Mancini, dico che ognuno deve pensare a quello che è il suo ambito. Anche io da giornalista, posso esprimere una mia opinione, riportando quello che io vedo. C'è un danno economico notevole ed è evidente, però purtroppo c'è anche la pandemia. Io non vorrei trovarmi nei panni di un politico che deve prendere decisioni in così poco tempo.

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