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Last cop, c’era davvero bisogno dell’ultimo sbirro straniero?

Un ispettore vintage irrompe nelle prime serate estive di Raiuno. E’ un telefilm tedesco a metà tra Derrick e il commissario Rex, almeno per scelte estetiche. E intanto la Tv nostrana lascia per strada prodotti italiani di ottima qualità.
A cura di Andrea Parrella
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Ci si imbatte in Last cop (Raiuno, martedì, 21h10) e si avverte di aver malinteso qualcosa. C'è questo ispettore, sta vent'anni in coma, si risveglia che continua ad ascoltare gli U2 e ad indossare stivali anni '80. La sua famiglia è rivoluzionata e così il suo mestiere. La trama, pur sembrando un refrain al retrogusto di già sentito, potrebbe offrire sviluppi interessanti, almeno in termini di scrittura. Che poi succeda ogni cosa lo spettatore si aspetti accada, che l'ispettore paia cercare un'irriverenza stile House, che il risultato, in generale, dia l'impatto di una grande infarinatura di musiche di vent'anni fa (che riscuotono sempre il loro successo, ma che pure basta!) e mancanza assoluta di suspance; ebbene, tutto questo prescinde dall'argomento che si vuole trattare.

Il quale argomento porterebbe a chiedersi dei perché. Anzi, li porrebbe a Raiuno, alla Rai tutta. Non ci sarebbe niente di strano se questo ispettore fosse nato in Italia. Ovvero passerebbe  inosservata la mancanza di irresistibilità del prodotto, in quanto se ne rivendicherebbe comunque il tentativo tutto made in Italy. E invece no, il telefilm che invade i palinsesti estivi Rai è tedesco, chiaramente ed evidentemente tedesco. Se ne percepirebbero le origini pure guardandolo senza audio, tanto somigli al commissario Rex o, più generalmente, ad un prodotto da destinare alle trasmissioni di metà pomeriggio. L'elemento germanico fa quest'effetto sui telefilm. Non è un'invettiva anti prussiana, che di questi tempi andrebbe fortemente di moda, solo si notano dei ridondanti tratti caratteristici nelle loro produzioni televisive. Ed è probabile che traendo questa conclusione non si dimostri palato fine, eppure è così.

E dunque perché comprarsi un poliziesco? Con quale motivazione sponsorizzarlo come una delle poche novità dell'estate di Raiuno, anziché sceglierne uno di casa nostra? Attenzione, non si sta reclamando una grande serie, di quelle che segnano i tempi, di quelle americane per intenderci. Si parla di un poliziesco, di quelli che non ne possiamo più ma che continuiamo a guardare per inerzia. E allora cosa costerebbe preferire a Last Cop il reietto e compianto Commissario Coliandro? Andrebbe bene pure in replica. O ancora, quale attinenza tra un ispettore dai tratti teutonici e l'estromissione del Commissario Manara dai palinsesti della prossima stagione, nonostante gli ottimi ascolti? Spendere soldi per procacciarsi un commissario all'estero è qualcosa che somiglia a cercarsi un prodotto tipico oltreconfine. La nostra Tv, in caso di crollo, verrebbe tenuta in piedi dallo sconfinato numero di polizieschi. Che almeno se ne faccia uso, non buono, solo uso.

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