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La “prima volta” con Dallas e pare di conoscerlo da sempre

C’era chi attendeva con ansia il ritorno della serie cult e chi non l’aveva mai vista. Ma è tutto immediatamente familiare, grazie al fattore soap: vicende sempre uguali ma sempre succulente.
A cura di Andrea Parrella
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Su Twitter, per sponsorizzare il ritorno di una serie memorabile di trent'anni fa, Mediaset dà il giusto valore ad una frase di Roberto Brunelli scritta per il giornale Pubblico: è  il mito dell'eterno ritorno che si fa particolarmente intenso nei periodi di crisi. Basterebbero queste parole per descrivere il senso di deja vu e attesa quasi spasmodica per il ritorno di Dallas, che ieri sera ha debuttato su Canale 5 con un timido 8,52% di share, poco più di due milioni e mezzo di spettatori. Forse un caso, visto il seguito sui social network durante gli episodi di martedì sera.

La nostra prima volta – E' abbastanza evidente che guardandolo con gli occhi di chi ha vissuto i fasti dei primordi, a fine anni '70, l'effetto amarcord abbia un peso rilevante nell'influenza sul giudizio della qualità di questa nuova serie, ma ad occhio nudo, senza filtri particolari a determinare in negativo o in positivo il prodotto, si sta in una posizione molto più neutra. E in virtù della mia neutralità, dovuta all'anagrafe, non ad una particolare dote, avendo visto per la prima volta Dallas ieri sera (ecco le immagini del cast e la nuova sigla), m'è parso di conoscerlo da sempre. Che non vuole essere un complimento.

Il fattore Beautiful – Vuol dire che il successo di prodotti televisivi come questo testimonia che siano basati su leggi di sceneggiatura rigide che danno garanzia, che mettono lo spettatore in condizione di comprendere sempre cosa accada, ma non di prevederlo e di non smettere mai di sorprendersi quando qualcosa si verifichi, anche se si è già presentato sotto altre forme precedentemente. E' un po' il fattore Beautiful, pur facendo i dovuti distinguo, che va avanti da vent'anni non facendo altro che mischiare le carte, ma mai la sostanza. I giudizi differenti dipendono sempre da cosa uno si aspetti mettendosi davanti alla tv. Le reazioni sono state in parte positive, ma in molti hanno blandamente criticato una ripetizione stantìa del già visto.

Mediaset e la mania del riciclo – Si potrebbe fare, poi, un discorso più ampio per quel che riguarda le scelte di rete, di Canale 5 e di Mediaset in generale, che proprio in riferimento alla citazione iniziale di questo articolo, stanno dimostrando in questa stagione televisiva, di aver colto della crisi l'aspetto più conveniente, ma in prospettiva quello più deleterio: la scelta del riciclo, del restyling, il rifugio nel già visto, nell'usato di garanzia. Dallas fa parte di un grande (non)progetto nel quale la produzione interna, le idee nuove, il coraggio della sperimentazione, sono evaporati in favore di una politica aziendale di austerity pura che, in prospettiva, non può portare a nulla di buono. O almeno, questa è l'impressione. E' proprio in momenti di crisi che si deve dar spazio a nuove idee.

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