L’ultima puntata di “Occhi di gatto”, nel finale un colpo di scena inaspettato
Tre sorelle e un bar da gestire, ma è tutta una copertura. Kelly, Sheila e Tati sono le protagoniste di Occhi di gatto, il cartone più adrenalinico degli anni '80. Se di giorno il trio trascorreva il suo tempo lavorando al Cat's Eye come nel più classico dei quadretti familiari, la notte era tutta un'altra storia. Con delle sexy tutine di colori diversi da fare invidia persino a Catwoman, infatti, le sorelline si trasformavano in ladre. Una doppia vita, la loro, degna dei migliori criminali e dei malavitosi più esperti.
Eppure, la trama non è così lineare come può sembrare e persino il furto ha una sua ragion d'essere ben precisa. Kelly, Sheila e Tati, infatti, rubano soltanto le opere dell'artista Michael Heinz, il loro padre scomparso. Trafugata dai nazisti durante la Seconda Guerra Mondiale, la sua collezione è l'unico collegamento che le tre hanno con lui. Ritrovarla, allora, è l'unico obiettivo che si sono prefissate. Ma, pur essendo davvero in gamba, un problema esiste e si chiama Matthew. Poliziotto di professione, quest'ultimo è il fidanzato di Sheila. Molto spesso si trova ad indagare sulle bravate del team delle ragazzacce di cui non si conosce l'identità, senza sapere che a metterci lo zampino ci sia proprio la sua amata.
Il video dell'ultima puntata di Occhi di gatto è stato trasmesso in Giappone il 26 marzo 1984, mentre in Italia la messa in onda dell'anime è partita l'anno successivo. Due stagioni e 73 episodi, però, non sono bastati a far sì che la storia si chiudesse. Il finale, infatti, intitolato Finzione o realtà? non fa che lasciare in sospeso tutti gli interrogativi avanzati fino a quel momento. La conclusione del cartone, infatti, è aperta, quasi fosse a libera interpretazione. Il famoso trio giunge in una villa, convinto di aver scoperto dove vive il tanto cercato Heinz. Ma, colpo di scena, le ragazze si trovano davanti il fratello gemello del padre, uno zio di cui non erano a conoscenza. Niente di positivo per le tre sorelle, dato che sarebbe stato proprio lui a tradire l'artista durante la guerra.
Le vicende dell'anime si concludono, quindi, con un nulla di fatto. Mentre, infatti, lo zio ritrovato si lascia morire in un incendio, il mistero del padre di Kelly, Sheila e Tati resta irrisolto. Sul fronte Matthew, invece, ci penserà il manga sbarcato nel '99 in Italia a chiudere il cerchio. Dopo aver rivelato al suo poliziotto di essere Occhi di gatto, Sheila fugge negli Stati Uniti. Presto, però, lui la raggiunge e per la sua felicità la sua amata ha perso la memoria, dimenticandosi di essere stata una ladra in passato. Sarà davvero così o la sorella di mezzo del team ha deciso di fingere per quieto vivere?
Un finale aperto anche in questo caso, degno dei migliori romanzi. D'altronde, in Occhi di gatto del piccolo schermo Matthew crederà per un momento che Sheila è tra le componenti della banda in rosa, tentando persino di ammanettarla. Basta poco, tuttavia, a far ristabilire la situazione e a farlo ritornare sui suoi passi.
La sigla di "Occhi di gatto"
"O-o-occhi di gatto, o-o-occhi di gatto! È questo il nome del trio compatto, son tre sorelle che han fatto un patto…", recitava la sigla di Occhi di gatto. Cantata dall'intramontabile Cristina D'Avena nella versione italiana, in quella giapponese il motivo principale era diverso per l'apertura e la chiusura, nonché per la prima e la seconda stagione. Solo in Francia la musica che accompagnava il team di ladre era uguale a quella diffusa in Italia.
Occhi di gatto ha segnato la storia, uno di quei cartoni che non si dimenticano. Eppure, a distanza di più di trent'anni dalla prima messa in onda, vale ancora la pena conoscere alcuni particolari sull'anime. Come la questione della censura, argomento molto dibattuto, che ha portato al taglio di numerose scene ritenute osé o violente per il nostro pubblico.