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L’attacco di Marra a Le Iene: “Filmavano Sara Tommasi nuda e drogata sul set”

Alfonso Luigi Marra pubblica uno sfogo sul suo sito ufficiale contro Le Iene, colpevoli di aver filmato Sara Tommasi completamente drogata e manipolata dal regista Federico De Vincenzo, solo per confezionare uno dei loro soliti servizi di denuncia.
A cura di Eleonora D'Amore
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La notizia del servizio esclusivo de Le Iene sul set del secondo film porno di Sara Tommasi ha fatto il giro del web poco tempo fa e tutti aspettavano l'inizio della nuova edizione per poterla vedere, rimanendo alquanto delusi dalla sua assenza tra i servizi di domenica sera. L'unico a non essere affatto deluso, anzi piuttosto soddisfatto, è stato Alfonso Luigi Marra, che ha voluto pubblicare sul suo sito ufficiale un duro attacco contro Sabrina Nobile e tutta la squadra di Italia1, colpevoli a suo dire di aver filmato la nota showgirl in uno stato confusionale derivato dall'assunzione di cocaina:

Alle Iene – parodia inquietante dell'odierno moralismo – circa l'illiceità del filmare Sara, ad opera di Nobile e la sua troupe, sul set del primo porno. Avevo fin qui taciuto perché avevo imputato a un fatto personale di questa tale Sabina Nobile l'orribile, prima che illecito, gesto di starsene lì per tutto il tempo a filmare Sara mentre De Vincenzo, con la cocaina, dapprima la trascinava a iniziare, e poi la spingeva a proseguire quelle scene che non aveva mai avuto alcuna intenzione di girare. Sennonché ieri sera, 13.01.2013, ho dovuto cambiare idea perché l'intento di tornare, in Le Iene, su quel bel ‘servizio' – che per fortuna, o meglio per intervento di non so chi, non è poi stato trasmesso – dà un carattere istituzionale a quell'illecito, e lo trasforma in un segno dei tempi, moralistici quanto depravati, troppo grave perché possa tacerne. Non aveva mai avuto alcuna intenzione di girarlo quel film Sara perché era stata attirata lì una settimana prima con un invito telefonico di un tal Romano proprio con la promessa della presenza sul set di Le Iene e il TGCOM, e voleva in realtà solo (e comunque in una fase in cui già non era in buone condizioni mentali) farsi un po' di pubblicità, recitare forse la commedia, la farsa, di un porno, ma giammai girarlo davvero. Tanto più, mi sembra, che la presenza di due grandi televisioni non poteva che fare escludere una tale possibilità.

Una responsabilità ripartita, secondo Marra, in parte equa tra il regista Federico De Vincenzo (qui intervistato in esclusiva da Fanpage.it) e Sabrina Nobile: il primo per averla circuita, la seconda per aver assistito al fatto senza battere ciglio:

Cose, in ogni modo, che implicano che, quali che siano i crimini che De Vincenzo ha commesso su quel set, non possono che esserci profili di responsabilità penale anche per chi ha fatto quel servizio. Non so infatti che capiscono Nobile e i consulenti che vi guidano, ma il fatto è che sono i cronisti di guerra che, nel mezzo dei bombardamenti e i conflitti a fuoco, si comportano da eroi quando, non potendo altro, li filmano. In situazioni ordinarie, invece, chi si trovi ad assistere a un crimine deve chiamare il 113 e, ove non lo faccia, la fattispecie di chi, in ipotesi, si accucci in un angolo terrorizzato e nasconda il capo, o fugga spaventato, è ben diversa da quella di chi partecipi stando lì a filmare e a intervistare come se fosse nato ieri e non capisse quello che sta accadendo.

Ultima nota dolente sarebbe una qual certa amicizia tra De Vincenzo e un responsabile de Le Iene:

Tanto più che De Vincenzo, un tal figuro che ogni medio cittadino sol che lo guardi se ne allontana, è incredibilmente buon amico di non so quale responsabile delle Iene. Un'amicizia di cui bisognerebbe forse spiegare il perché (visto il moralismo di cui sono pervase le Iene tutte), non facendo egli altre attività che offrire stupefacenti, di cui, a dire di Sara, dispone in gran copia, e donne […]

Un attacco davvero molto duro, che scatenerà senza dubbio la reazione dell'intera squadra di giornalisti, noti per il senso di giustizia che da anni alimenta il loro lavoro e che ha reso la loro immagine un'icona del riscatto sociale in qualsiasi tipo di causa.

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