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Nadia Toffa

“Io non volevo il cancro”, l’ultima intervista di Nadia Toffa. Toffanin: “Conservo il tuo abbraccio”

Nadia Toffa, scomparsa il 13 agosto 2019, è sempre stata un personaggio piuttosto riservato, nonostante fosse abituata a stare sotto i riflettori. Nell’ultima intervista rilasciata a Silvia Toffanin, nell’ottobre del 2018, la giornalista raccontò le tappe di questa lunga ed estenuante battaglia, parlò della sua malattia apertamente, della paura di morire, dell’opportunità di crescita che il cancro le aveva offerto: “Io credo in Dio, non penso sia crudele, ci stimola, ci dà l’opportunità di imparare dalla vita”. Oggi, il messaggio commovente di Silvia Toffanin.
A cura di Ilaria Costabile
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All'età di 40 anni, dopo due anni di estenuante lotta contro il cancro, si è spenta Nadia Toffa. La giornalista de "Le Iene" ha sempre combattuto con forza e tenacia, animata da un'inarrestabile voglia di vivere e di vincere quella che lei stessa ha più volte definito una sfida. Ha affrontato, fino alla fine, questa lotta senza mai tirarsi indietro, cercando di essere presente finché ha potuto, sia in televisione che sui social, dove ha condiviso i momenti più intensi di questo lungo cammino. A quasi un anno prima della sua scomparsa, il 13 ottobre 2018, risale la sua ultima intervista televisiva, nello studio di Verissimo.

Il racconto della sua vita in "Fiorire d'inverno"

Nadia Toffa è sempre stata una donna, nonché un personaggio televisivo, piuttosto riservato. Sebbene il suo lavoro la mettesse continuamente sotto i riflettori, ha sempre tenuto la sua vita lontana dalle insidie mediatiche, anche se negli ultimi anni, in seguito alla malattia, il suo nome è comparso spesso su giornali e riviste. Ospite di Silvia Toffanin, questo autunno, la giornalista ha parlato apertamente di sé, della sua battaglia, ripercorrendo anche ciò che ha scritto nel suo libro pubblicato da Mondadori, dal titolo "Fiorire d'inverno".

Un'intervista intensa (qui, il video), nella quale emerge una Nadia combattiva, che ha imparato a convivere con il suo male, una Nadia bambina legata a sua madre, una personalità come se ne vedono poche: energica, sincera, schietta. Il suo racconto iniziava proprio dall'idea che aveva generato il suo libro, il cui simbolo è un bucaneve, "un fiore tenace, come te" le diceva la Toffanin:

Io dicevo a mia madre, ma è una magia, è sbagliato, perché quando tutti gli altri fiori non ci sono, lui sbuca dalla neve? E lei mi diceva, lui è più forte, ha voglia di vivere e combatte la neve. Bisogna imparare dalla vita. Questa è la mia sfida. Io non lo volevo il cancro, diciamocelo, chi è che vuole il cancro? Ma poi ho pensato perché non a me? è il mio dolore, possono non vincere, ma l'importante è mettercela tutta

La forza di accettare una sfida

È così che esordiva Nadia Toffa, seduta sulla poltrona di fronte a Silvia Toffanin, che la guardava con occhi lucidi e commossi. Iniziava il racconto della sua battaglia, una lotta di cui aveva reso partecipi coloro che l'avevano sempre dimostrato affetto e l'avevano sostenuta nei momenti di difficoltà. Vedere la sua grinta, la luce brillante nei suoi occhi, fa riflettere, fa pensare che le sue parole, calibrate e commisurate ad un dolore così grande, siano state pronunciate con l'intento di instillare quella sua contagiosa energia, nello sguardo di chi, come lei, ha provato la sofferenza sulla propria pelle:

Per passare da perché a me al perché non a me ci sono voluti mesi di introspezione, dolore, sofferenza non voglio che la gente provi pena. Io ci credo in Dio e non penso sia crudele, non penso voglia vederci soffrire. Da una sfiga si può trovare anche del buono, il signore ci stimola, vuole insegnarci a vivere.

Silvia Toffanin condusse per mano il pubblico di Canale 5 attraverso le tappe di questa lunga e dolorosa battaglia, che Nadia Toffa stava affrontando senza mai arrendersi: dal malore a Trieste alle operazioni al San Raffaele, dalle terapie di radio e chemio al ritorno più forte che mai a Le Iene, dove per la prima volta aveva parlato delle sue condizioni. La Iena ribadì con forza di essersi sottoposta a tutte le cure necessarie, a tutto quello che i medici ritennero opportuno fare: "La scienza ci salva la vita ragazzi, non si guarisce con la forza di volontà".

La recidiva, i momenti da ricordare e le polemiche

Ma, poi, a Marzo, inaspettatamente arriva una recidiva. La giornalista raccontò di aver attraversato dei momenti di sconforto, quando le fu stato comunicato era da sola e non negò, dinanzi al pubblico, che la sua paura di morire si fosse acuita, in previsione di un futuro incerto, pur non essendosi mai arresa. Altre chemio, altre terapie, camuffandosi da "Silvana" per andare in ospedale senza che nessuno la vedesse, per potersi concentrare su se stessa e la sua guarigione, affinché nessun giornale potesse usare il suo volto per un pezzo dell'ultima ora.

Non potevano non essere rievocati i momenti belli, emozionanti, come la dedica di Jovanotti durante un suo concerto, come l'ennesimo ritorno nella trasmissione che l'ha resa nota e l'affetto dei suoi fan. Le polemiche, anche quelle non potevano mancare, nate in seguito all'uso di parole ritenute dagli avidi sciacalli da tastiera ‘inappropriate', come il termine "dono" con cui la Toffa si era riferita al suo male, parlando dell'opportunità che le fu offerta nel momento in cui dovette imbattersi in un ‘mostro' del genere: "Silvia, hanno detto che mi sono inventata di avere il tumore, ma scherziamo? c'è troppa invidia sociale in questa Italia".

Il saluto di Silvia Toffanin

Alla notizia della sua scomparsa, Silvia Toffanin scrive un messaggio a corredo di una foto toccante e dal forte impatto emotivo. Uno scatto in cui le due si abbracciano e la conduttrice scrive: "Buon viaggio Nadia. Conservo il tuo abbraccio per sempre nel mio cuore. Ci mancherai. Silvia e tutti noi di  Verissimo".

Le parole di Nadia Toffa riecheggiano, ora più che mai, nella mente di chi ha ascoltato la sua intervista, di chi si è soffermato a capirne il significato, importante e simbolico, un valore che dovremmo ricordare sempre e da cui dovremmo imparare a calibrare ogni avvenimento che ci troviamo a vivere:

Amiamo la vita, rispettiamola è preziosa. Io il Carpe diem lo intendo come i nostri latini, non bisogna sperare nel futuro, bisogna guardare ad ora. Oggi ci sono ancora, poi chissà.

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