Il vincitore di IGT Simone Al Ani: “Passavo 14 ore in strada e non sapevo dove dormire”
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L'illusionista Simone Al Ani ha vinto l'ultima edizione di Italia's Got Talent. Intervistato da Vero Tv, ha raccontato lo stato d'animo con il quale ha affrontato l'esperienza televisiva:
“Ho cercato di non avere aspettative e pensavo solo al mio numero. Certo, se non fossi arrivato tra i primi tre, la cosa mi avrebbe urtato, ma dovevo mantenermi concentrato per eseguire al meglio il mio numero".
Era concentrato sul suo numero, dunque, quando gli hanno annunciato la vittoria è stato colto di sorpresa:
"Quando mi hanno proclamato vincitore, sono caduto dalle nuvole! Se mi avessero tirato un pizzicotto subito dopo, non avrei sentito nulla; solo adesso sto realizzando ciò che è accaduto veramente. Dietro le quinte osservavo le performance degli altri e alla fine di ogni numero scattava l’applauso. Eravamo un team unito, c’era grande affiatamento. Scherzavamo, ridevamo, non si percepiva rivalità".
Preparare l'esibizione, non è stato affatto semplice:
"Il mio numero è stato montato in tre giorni: il primo giorno di prove, gli autori volevano piangere, perché il mio numero non era soddisfacente! Negli altri due, piano piano mi hanno aiutato a sistemarlo. A Patrizia Besantini, del Centro Arti Mimiche e Gestuali di Torino, devo il 50% della vittoria: lei ha curato la regia dello spettacolo, che pian piano è migliorato, anche se non sono stato del tutto soddisfatto…Così come l’ho portato in scena, il mio numero era da 4: nelle prove ero più sciolto, sul palco ho fatto una cifra di errori! Ringrazio tanto il pubblico, perché è vero che mi sono impegnato e l'hanno capito e apprezzato".
Non nasconde, inoltre, l'agitazione che ha provato:
“Avevo la tachicardia, anche perché in tre giorni ho bevuto 22 caffè! Nascondevo la tensione e cercavo di sparire come persona per fare emergere solo le mie mani e le sfere".
Infine, ha raccontato come sono trascorsi gli anni in cui ha vissuto solo della sua arte:
“Per 8 anni, da quando ne avevo 18, ho girato 39 Paesi del mondo. Passavo in strada 14 ore al giorno, dalle 10 del mattino a mezzanotte. La cosa che ricordo con più piacere è il fatto di non aver mai avuto, fino alla fine della giornata, un posto dove dormire…Per poi cavarmela sempre al limite: tante volte ho dormito da persone conosciute durante i miei spettacoli, che restavano colpite da me e mi ospitavano con piacere e senza chiedermi nulla“.