Il teatro invoca la Rai per sopravvivere: “Uno spettacolo al giorno per tenere vicino il pubblico”
Il dibattito sugli effetti che l'emergenza sanitaria sta avendo sul mondo dell'arte e della cultura non è meno urgente di quello che riguarda altri comparti produttivi. Al pari degli eventi musicali e delle produzioni televisive e cinematografiche, tra i settori che rischiano di risentire di più il peso di questa crisi dai confini sfumati, di cui è ancora complesso quantificare la portata, c'è sicuramente il teatro.
La prospettiva per le piccole e grandi compagnie sparse sul territorio è quella di non poter tornare in scena prima di settembre 2020, quando non si sa se il pubblico sarà eventualmente disposto a dirsi presenta in assenza di un vaccino, o quantomeno di certezze. Il pericolo, naturalmente, è che in questo arco temporale a rimetterci siano le realtà minori, incapaci di resistere a un lungo periodo di stop.
La lettera di attori e registi di teatro
Per questa ragione il mondo del teatro, attraverso decine di suoi esponenti noti a livello nazionale tra attori, registi e addetti ai lavori, ha indirizzato una lettera aperta all'amministratore delegato della Rai Fabrizio Salini, il presidente della Repubblica e il Ministro della Cultura Dario Franceschini, per chiedere che in questo momento di sospensione il teatro venga tenuto vivo tramite la televisione.
La richiesta, rivolta all'industria culturale più grande del paese ed esplicitata anche attraverso una petizione pubblicata su Change.org, è semplicemente quella di sfruttare gli archivi aziendali per mostrare e valorizzare materiale, di cui la Rai è già in possesso, che riguardi il teatro contemporaneo. "Conosciamo l’attività storica della RAI attraverso la riproposizione di serie come le commedie di Eduardo o i cicli Shakespiriani – si legge nella lettera – Abbiamo bisogno dell’aiuto della Rai per far conoscere ad un vasto pubblico anche la produzione validissima più recente". L'obiettivo, naturalmente, è quello di "tenere vicino il pubblico che si riconosce nella funzione fondamentale dell’arte teatrale e conquistare un pubblico nuovo nel momento della auspicabile riapertura delle sale".
Richiesta formalizzata anche in una proposta di palinsesto a tutti gli effetti, con l'idea di mandare in onda una ripresa teatrale al giorno e una a settimana sulle reti generaliste per tutto il periodo di pandemia.
Il ruolo della Rai nella crisi
Quella che arriva dal mondo del teatro non è la prima proposta arrivata alla Rai in questo periodo che nasca dall'intento di approfittare del momento per ribaltare talune preferenze nel pubblico, proprio ora che una inevitabile contrazione del mercato pubblicitario è in grado di influire su alcuni parametri sui quali si basa il mercato il televisivo, spesso troppo dipendente dalla pubblicità stessa. Qualcosa di simile era stato detto da Pupi Avati alcune settimane fa, quando il regista proponeva una Rai anti Auditel "per riscoprirci migliori". Richieste non casuali che rendono ancora più chiaro come questo momento di precarietà, al pari di ogni grande crisi, può rappresentare per l'azienda di servizio pubblico un momento per riaffermare la propria centralità nella tenuta del Paese, come aveva affermato a Fanpage.it alcune settimane fa il consigliere d'amministrazione Rai Riccardo Laganà, e nel processo di formazione culturale delle nuove generazioni.