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Il dejà vù de La Caserma dove il taglio dei capelli è un trauma come al Collegio

È iniziato su Rai2 il docu-reality La Caserma, dove un gruppo di ragazzi tra i 18 e i 23 anni sono sottoposti alle dure regole della vita militare. Come accadeva nel suo predecessore, Il Collegio, anche qui i giovani devono superare un trauma: il taglio dei capelli. Tra urla, schiamazzi e pianti non c’è nulla che possa ostacolare le ferree indicazioni degli istruttori che provano ad impartire una nuova educazione agli ospiti della caserma.
A cura di Ilaria Costabile
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È iniziato il nuovo docu-reality di Rai2, La Caserma, dove un gruppo di giovani ragazzi tra i 18 e i 23 anni si trovano a doversi adeguare alle condizioni imposte dalla vita militare. Già dalla prima puntata, però, sembra che i ragazzi non abbiano perfettamente chiaro dove si trovino e soprattutto che devono sottostare a delle ferree regole impartitegli dai severi istruttori. Dopo aver fatto un primo percorso ai ragazzi viene imposto anche il temuto taglio dei capelli e per gli spettatori della seconda rete Rai non può che essere un dejà vù.

Il taglio di capelli obbligatorio

Chi ha visto le cinque edizioni de Il Collegio saprà perfettamente che uno dei momenti topici del reality è il taglio dei capelli. Ragazzi e ragazze vedono minata la propria identità e rifuggono quegli istanti. Tra lacrime, urla e schiamazzi vari gli studenti hanno sempre cercato di tirarsi indietro, facendo leva sulla bontà dei loro sorveglianti. Per quanto riguarda le reclute de La Caserma la situazione non è certo diversa. Sia tra i ragazzi che le ragazze l'idea di subire una consistente sforbiciata, non è certo vista di buon occhio. Nonostante vari escamotage, come quello di Erika Mattina che ha provato a nascondersi in un armadio, o le lamentele dei fratelli Lapresa che hanno provato a convincere il barbiere, alla fine tutti non hanno potuto far altro che fiatare.

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Sin dai primi giorni, quindi, è intuitivo comprendere come sia difficile per questi ragazzi lasciarsi alle spalle le loro abitudini, una vita scandita da orari comodi, modalità di comportamento che non siano costantemente controllate e sottoposte al giudizio altrui, ma soprattutto libertà di espressione, manifestata anche tramite il vestiario e l'estetica. Tutto questo nella vita militare non c'è: è necessario sottostare a delle regole, sfidare i propri limiti, tanto fisici quanto mentali e, da questo punto di vista, il docu-reality sembra essere decisamente più avvincente del suo precedessore ‘scolastico'.

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