Il Caso Tortora stravince la guerra degli ascolti e delle polemiche
Con la fiction "Il Caso Tortora – Dove eravamo rimasti?" (ieri la prima puntata e questa sera l'ultima su Rai 1) è stata aperta ufficialmente la stagione televisiva "che conta", non fosse altro per i numeri che sono impressionanti: 4.7 milioni di telespettatori ed uno share del 19.12% in una domenica infuocata dal posticipo Inter-Fiorentina. Vinta la sfida con Canale 5 che oppone il blando cine-ombrellone "Un'estate ai caraibi" (13.13% e 3,3 mln di telespettatori), la fiction sulla vita di Enzo Tortora, diretta e interpretata da Ricky Tognazzi, ha sicuramente toccato i punti giusti per raccontare la storia di un personaggio amato da tutti e che è stato protagonista, suo malgrado, di una delle pagine più nere della giustizia e del giornalismo italiano. Il conduttore, vittima di un vero gioco al massacro, tra accuse infondate e infamanti di appartenere alla Camorra e spacciare droga, nella ricostruzione di Tognazzi appare in una vesta eroica, combattiva.
L'attore non è Enzo Tortora, questo è lapalissiano, ma ne propone una versione quasi ossequiosa, che mette simpatia e trova subito un punto di contatto e di serenità con lo spettatore a casa, riuscendo a saltare il pericolo "aceto Ponti", che poteva essere il primo e reale punto debole di tutto il lavoro . Fatta questa premessa, è naturale dire che, nonostante le polemiche mosse da Gaia e Silvia Tortora, cui non è in questa sede giudicare se legittime o meno, la prima puntata appare una storia degna di poter essere raccontata, se non altro alle generazioni più giovani che di Portobello non ne avranno sentito parlare nemmeno dagli altrettanto giovani genitori.
Un buon cast. Si sente la mano della premiata ditta Tognazzi-Izzo (lei è attualmente è impegnata nel cast di Pechino Express) che ha confezionato un cast ammiccante e che ha reso bene. Bianca Guaccero nel ruolo di Francesca, la compagna di Enzo Tortora, è perfetta e lo è ancora di più Carlotta Natoli nel ruolo della sorella assistente del conduttore, Anna. Ottima prova per Thomas Trabacchi, l'avvocato Della Valle diventato nel tempo anche più di un amico per il conduttore. Ruggero e Siciliano, sono i compagni di cella di Enzo Tortora che avranno maggiore spazio questa sera, intepretati da Tony Sperandeo e Francesco Venditti.
Le anticipazioni della seconda puntata. Questa sera vedremo la seconda parte del calvario giudiziario di Enzo Tortora nel carcere di Regina Coeli. Il conduttore, in accordo con l'avvocato Della Valle, capisce che lottare per migliorare la condizione dei detenuti in carcere è un motivo in più per continuare la battaglia "per la giustizia". Candidato con i Radicali ed eletto al Parlamento Europeo, rinuncerà all'immunità per continuare a dimostrare la sua innocenza, verrà arrestato durante un comizio, fino all'assoluzione con formula piena nel 1986. Poi il ritorno in tv, in quel memorabile saluto che commosse l'Italia intera: "Dove eravamo rimasti?"
Perché è importante. Di Enzo Tortora se ne è sempre parlato poco. Perché? Perché è un vaso di Pandora per un certo tipo di giornalisti, per una buona parte dalla magistratura Italiana che fu (e che è ancora oggi). Per questo è importante che la produzione "Il Caso Tortora – Dove eravamo rimasti?" abbia visto la luce nel palinsesto autunnale della Rai. Con la miriade di proposte indigeste, l'ultima in ordine di tempo è stata la fiction su Enrico Caruso, vedere qualcosa del genere non restituirà certo quanto al conduttore e ai suoi familiari è stato tolto, ma contribuirà a diffondere l'idea che la sua dignità è sempre rimasta inalterata. Un esempio e un monito anche per la classe dirigente e politica di oggi, tra le spese folli dei governatori e dei "Batman", visto che lui, da eletto parlamentare, rinuncio a tutto per combattere e dimostrare la sua innocenza. Viva la verità, viva Enzo.