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Iacopino: “Barbara D’Urso era iscritta all’Ordine, ci ha rinunciato per danaro”

Enzo Iacopino, Presidente dell’Ordine nazionale dei giornalisti, torna a parlare del caso “D’Urso e tv del dolore” con un lungo post pubblicato su Facebook attraverso il quale attacca anche il pubblico della conduttrice: “Gente che ama sapere quanti amanti ha avuto una donna assassinata”.
A cura di Stefania Rocco
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Non si placa la polemica montata da Enzo Iacopino nei confronti di Barbara D’Urso e della tv del dolore. Dopo aver preso le distanze della conduttrice, il Presidente dell’Ordine dei Giornalisti fa un’altra, sconvolgente dichiarazione. La D’Urso avrebbe affrontato il percorso necessario a diventare giornalista pubblicista ma, dopo quattro anni di iscrizione all’Ordine, si sarebbe dimessa nel 1999 per “far danaro attraverso le pubblicità”. Queste le parti salienti del suo intervento contenuto in un post pubblicato su Facebook:

La signora D'Urso dopo quattro anni di iscrizione all'Ordine si è dimessa, nel 1999, perché voleva, da libera cittadina, fare danaro con la pubblicità. Era ed è suo diritto.[…] Lei ha un "suo" modo di fare tv: le faccette, gli occhi umidi, una straordinaria capacità di passare in un attimo dalle lacrime a stento trattenute a sorrisi smaglianti. Ha un suo pubblico. Sono cittadini che provano piacere nel sapere quanti amanti, veri o presunti, ha avuto una signora assassinata, ad esempio. Non intendo mancare loro di rispetto, neanche riducendo il tutto al bisogno di avere compagnia pomeridiana o di sapere tutto, ma proprio tutto, anche il tutto che spesso poi si scopre che non c'è. Un "tutto" enfaticamente "esclusivo", prevalentemente negativo, pruriginoso per scelta, ammiccante per necessità in modo da far sentire chi guarda migliore dei protagonisti-vittime delle trasmissioni. È uno degli aspetti della libertà. […]La signora D'Urso quel percorso ha scelto di farlo, accettando le regole deontologiche scritte per tutelare i diritti dei cittadini. Ma poi ha rinunciato all'iscrizione per ragioni materiali: il danaro della pubblicità. Un’opportunità che aumenta in modo direttamente collegato alla notorietà. Per mantenere e incrementare la quale c'è chi è pronto a passare sui diritti più elementari. Quelli dei morti e quelli dei vivi. Quelli degli adulti e quelli dei minori. I vostri, quelli di vostri amici, dei vostri figli o dei vostri nipoti.

Parole dure quelle di Iacopino che riduce ai minimi termini il lavoro svolto dalla D’Urso in tv, raccontandone soprattutto i punti a suo avviso “imperdonabili”. Si tratta di due modi diversi di fare informazione, modi che fanno riferimento ad altrettanti tipi di pubblico. Alla base l’eterna questione del rispetto contrapposto al dovere d’informazione, un dovere che non deve e non può prescindere dal primo, dovere che non autorizzerebbe alcun conduttore televisivo né giornalista a sbandierare  a mezzo stampa o tv gli aspetti meno chiari della  vita privata di una persona, uomo o donna che sia, soprattutto quando la persona in questione quella vita l’ha già perduta.

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