‘I Medici’ conquista il pubblico: “Sembra Il Trono di Spade in salsa italiana”
Dopo i primi due episodi andati in onda il 18 ottobre, "I Medici" sembra porsi come la fiction evento della stagione di Raiuno. In attesa di capire i risultati dell'ambiziosissima serie in termini di ascolti (e contando che la concorrenza di Canale 5 schierava contro la Champions League), il successo in rete parla di un vero e proprio trend scatenatosi durante la messa in onda. Un risultato pienamente concorde alle aspettative Rai, che ha lasciato da parte per una volta le classiche produzioni rassicuranti in stile "Don Matteo" o "Un medico in famiglia", così come le altrettanto abusate (e ugualmente massacrate dalla critica) agiografie su santi e altri personaggi celebri.
"Finalmente sesso, morte e amore gay in prima serata"
L'intento di Raiuno è chiaro: "I Medici" sono la risposta italiana alla grande serialità statunitense, alle produzioni Hbo e Netflix ad alto budget (e ad alto tasso di violenza ed erotismo), con l'obiettivo di andare a intercettare un pubblico giovane, mediamente colto e, soprattutto, "series addicted". Nel timore di farsi sorpassare da destra da Sky (che con "Gomorra" e "The Young Pope" mira alle platee d'oltreoceano), il servizio pubblico punta finalmente in alto, con un prodotto a tutti gli effetti internazionale (i creatori Frank Spotniz e Nicholas Meyer sono americani, la produzione è anglo-italiana, il cast è misto, da Dustin Hoffman a Alessandro Preziosi) ma al tempo stesso portavoce dell'orgoglio italiano. La storia della celebre famiglia che rese Firenze la sfavillante capitale dei Rinascimento raccoglie così consensi tra gli appassionati d'arte come tra i fan de "Il Trono di spade", che ironizzano sulla presenza dell'ex Robb Stark Richard Madden (ma anche di un altro attore della serie Usa, David Bradley). Senza contare l'apprezzamento verso una visione più "adulta" della serialità, che non trascura sesso e violenza e che non teme di mostrare l'omosessualità in prima serata, cancellando finalmente ipocriti censure viste in precedenza in Rai. E, se non siamo esattamente al livello di Hbo o della migliore Sky, una cosa è certa: gli standard Raiuno, con poche eccezioni, non erano così alti da parecchio tempo.