I fan di Chiamatemi Anna vogliono salvare la serie dalla cancellazione (e forse ci riusciranno)
Save "Ann With An E". È il grido di battaglia dei fan della serie Netflix tratta dal celebre romanzo di Lucy Maud Montgomery, che in Italia è arrivata con il titolo di "Chiamatemi Anna". Dopo tre stagioni, la serie è stata cancellata dal colosso di contenuti on demand ma la scelta è stata messa in discussione dai tanti appassionati della serie che, organizzati attraverso una petizione su Change.org, stanno investendo il loro entusiasmo (e ancora una discreta quantità dei loro risparmi) per una vera e propria campagna di persuasione nei confronti di Netflix. Organizzare una cartellonistica e comprare spazi pubblicitari nelle strade di Toronto, e hanno chiuso le trattative per metterne uno nella centralissima Times Square a New York, l'incrocio più conosciuto al mondo, è un chiaro esempio di quanto determinazione ci sia. La redazione di Fanpage.it ha contattato Netflix ed è in attesa di una risposta ufficiale al pacifico movimento dei fan.
L'impatto mediatico della campagna
Dopo la scelta di cancellare la serie, l'hashtag #renewannewithane ha totalizzato quasi 7 milioni di tweet. La petizione su Change.org, nel momento in cui scriviamo, ha superato 153mila firme e punta dritto all'obiettivo dei 200mila. La vicenda è argomento di discussione nelle riviste specializzate e nei quotidiani generalisti più importanti nel mondo, da Screen Rant a The Independent, tutti hanno sottolineato la grande importanza dell'avvenimento. Conoscendo l'attenzione che il colosso di contenuti on demand ha per il suo pubblico, non dovrebbe restare indifferente a quanto sta succedendo. C'è un precedente illustre nella loro storia, che è quella del salvataggio di Lucifer, serie che era stata cancellata da Fox e che Netflix ha rivitalizzato con due nuove stagioni (la prossima, sarà l'ultima).
Il fascino della serie
Proprio come il romanzo, e come la trasposizione animata nota in Italia con il titolo "Anna dai capelli rossi", "Chiamatemi Anna" è un racconto di formazione nel quale la ragazzina lotta per il diritto ad avere un posto nel mondo e nella società. Anna Shirley, interpretata da una fantastica Amybeth McNulty, è una giovane orfana che, dopo una terribile infanzia in un orfanotrofio, viene affidata per errore a due anziani fratelli di Green Gables, fattoria del XIX secolo a Cavendish, Isola del Principe Edoardo (in Canada, appunto). Col passare del tempo, il suo entusiasmo trasformerà le loro vite e quelle dell'intera cittadina. Tra femminismo e lotta al bullismo e ai pregiudizi, la serie trova riferimenti all'attualità, anteponendosi al ‘trumpismo' americano e abbracciando le rivendicazioni del movimento MeToo.