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“Glee” se Cory Monteith non fosse morto, ecco come sarebbe finito

L’autore della serie ha rivelato in che modo sarebbe finito Glee se l’attore non fosse morto all’inizio di questa estate.
A cura di Andrea Parrella
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Dopo la morte di Corey Monteith i fan di Glee sono rimasti orfani di uno dei protagonisti della serie. La scomparsa dell'attore ha costretto la trama ad una deviazione inattesa, ma di certo, questo va sottolineato, anche ad un'attenzione del pubblico nuovamente rivitalizzata dopo un periodo di leggera stasi. Qualche settimana fa, dopo la conclusione della prima serie nella quale il personaggio di Finn non compariva, riportavamo la notizia dell'ufficiale annuncio da parte di Ryan Murphy (l'autore della serie) della decisione di mettere fine alla serie televisiva.

E' con un'intervista degli ultimi giorni che l'autore però svela un particolare inatteso, che non aveva mai voluto condividere con alcuna persona, come specifica proprio nelle sue dichiarazioni. Ovvero ha raccontato come sarebbe andato "Glee" se l'enfant prodige non fosse scomparso all'inizio della scorsa estate: "Il finale di Glee è qualcosa che non ho mai condiviso con nessuno, ma che ho sempre saputo. Ho sempre fatto affidamento su questa idea, una idea che per me è una sorta di Stella Polare. Alla fine della sesta stagione Rachel (Lea Michele) sarebbe diventata una grande star di Broadway, esattamente ciò per la quale è nata. Finn sarebbe diventato un insegnante e avrebbe vissuto felicemente in Ohio, in pace con la sua scelta, senza sentirsi più il perdente di Lima. L’ultima scena sarebbe stata questa: Rachel sarebbe torna in Ohio, soddisfatta, anche se non completamente, e si sarebbe recata al Glee Club diretto da Finn. Lui le avrebbe chiesto: “Cosa ci fai qui?”. Lei avrebbe risposto: “Sono a casa”. Dissolvenza sul nero. The End".

Insomma l'esito, come prevedibile, sarebbe stato suggellato dalla risoluzione positiva della coppia composta con Lea Michele, attrice che era sua compagna anche nella vita. L'intervista ha inoltre riservato anche altre rivelazioni dell'autore, proprio in merito al suo rapporto con Cory Monteith, che sin dall'inizio della serie avrebbe avuto quei problemi che poi lo portarono alla morte, ma che nonostante questo ha sempre dimostrato molto affetto nel cast, mettendo armonia nel gruppo:

Questo finale, come l’inizio, descrive profondamente i sentimenti che provavo per Cory. Nonostante i suoi guai era parte assestante del gruppo: era affidabile, dolce, una persona che ti faceva sentire a proprio agio. Era grosso, muscolare, enorme. Per questo motivo durante il pilot gli ho dato il soprannome “Frankenteen”, un soprannome che, per sua sfortuna, gli è rimasto. Ma Cory per me è stata anche la mia più grande sorpresa e per molti motivi ha ottenuto il massimo rispetto.

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