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Gianni Morandi ricorda Lucio Dalla: “Mi manca molto, se ne è andato via troppo presto”

Il cantante si racconta in una lunga intervista a Verissimo, in cui oltre a presentare la fiction di Canale 5 L’Isola di Pietro, fa un excursus della sua vita e della carriera, passando in rassegna tutte le persone importanti che quella vita gliel’hanno cambiata.
A cura di Andrea Parrella
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Gianni Morandi si racconta a Silvia Toffanin a Verissimo, dopo un'estate nella quale la sua voce ha imperversato in tutte le radio associata a quella di Fabio Rovazzi, nel successo "Volare", e alla vigilia della messa in onda della fiction "L'Isola di Pietro", che segna il suo ritorno come attore, cosa che non faceva da molti anni.

Quest'estate è andata bene, ho girato con mia moglie, sono stato in Salento, in Grecia, ma ho anche pensato un po' alle nuove canzoni. Però abbiamo lavorato principalmente alla rifinitura dell'Isola di Pietro.

L'estate più bella di Gianni Morandi

La Toffanin fa un po' di amarcord e chiede a Morandi di raccontare, ai margini dell'estate 2017, quale sia stata la più bella della sua vita:

Forse quando ero bambino, del tutto spensierato. Però con il passare del tempo forse ricordo l'estate in cui è uscita la mia prima canzone, Andavo a cento all'ora. Quando uscì questo disco le canzoni si lanciavano attraverso i juke box. Io ero in una spiaggia e il juke box mandava ogni tanto questa canzone. Io mi nascondevo, ero spaventato, nessuno mi conosceva ed ero felice ma imbarazzato. Però quella è stata un'estate bellissima. Mio padre diceva che quella sarebbe stata la prima e l'ultima canzone. Non è andata proprio così. Lui aveva sempre paura che mi montassi la testa. Lo faceva per tenermi tranquillo. Era molto esigente con me. Erano anni diversi in cui non c'era questa esasperata esaltazione dei personaggi delle canzoni. Quindi se andavi in un posto arrivava tutto il paese, potevi rischiare di perdere la testa, ma io l'ho sempre vissuta come un gioco e credo di non averla mai persa del tutto.

La crisi di Gianni Morandi

Il cantante racconta che questi suggerimenti e insegnamenti paterni gli sono serviti soprattutto quando, tra gli anni Settanta e Ottanta si è trovato ad attraversare un momento di crisi: "In quel momento mi sono ricordato di questa cosa. Poi ci sono state molte fasi e io sono sempre stato fortunato incontrando le persone giuste, che la vita me l'hanno cambiata". 

Il ricordo di Lucio Dalla

A cambiargliela, la vita, sono state soprattutto le persone incontrate. Il ricordo di Lucio Dalla, amico e collega che è stato al suo fianco fino alla fine dei suoi giorni, è inevitabile: "Lucio, quando ho cominciato a cantare, suonava il clarinetto. Ci conoscevamo perché tutti e due tifosi del Bologna. Andavamo allo stadio insieme, lui sapeva che cantavo e dopo un paio di anni ha cominciato anche lui a cantare e scrivere. Ma sono tante le persone importanti della mia vita, come Franco Migliacci, Ennio Morricone, Luis Bachalov, Bruno Zambrini. Tante persone in un momento speciale, in cui si cercavano artisti e talenti". Ma Dalla c'è stato dall'inizio alla fine:

Lucio è stato mio amico sempre, fino alla fine, perché i nostri successi si sono alternati e ci siamo sempre stati vicini. Quindi ci siamo ritrovati quando entrambi eravamo all'apice e abbiamo portato la musica nostra nel mondo. Fino alla fine, quando provai a convincerlo a venire in gara a Sanremo, quasi ricattandolo per amicizia e lui si inventò questo ruolo di direttore d'orchestra-cantante. Insomma, era in gara anche lui, pur se non amava questo ruolo.

E poi il ricordo di quel tour mondiale insieme a Dalla, fino al Madison Square Garden: "Rivedere Lucio è commovente. Lui la cantava tutte le sere "Caruso" e io sentivo le sfumature, la maniera. Questa canzone è diventata un successo mondiale, l'hanno cantata tutti, ma nessuno come lui. Infatti quando la sento in altre versioni mi lascia un po' così. Lucio era un musicista e un interprete incredibile. Manca molto, se ne è andato così, troppo presto".

La vita social di Morandi e il successo con Rovazzi

Come accadeva 40 anni fa, quest'estate Gianni Morandi è stato protagonista del successo dell'estate con "Volare", cantata insieme a Fabio Rovazzi.

Mi sono divertito molto a fare questa cosa con lui, ha coinvolto anche Anna in questo video. Lui è stato molto bravo a convincermi dell'idea, proponendomi il finto rapimento e convincendo lei. Lui è molto simpatico, un ragazzo sveglio, non è un improvvisato ed aveva avuto successo anche prima.

La storia d'amore con Anna

Molto bello il passaggio sulla storia con sua moglie Anna, diventata inevitabilmente parte integrante della sua vita pubblica, per un ruolo che è stato Morandi stesso ad attribuirle inconsapevolmente: "I 23 anni passati con Anna sono stati bellissimi. Lei mi segue molto, è una donna positiva, allegra, sempre sorridente, bellissima. Io la amo molto e nonostante gli anni passati, non ci sembra che siano trascorsi tutti questi anni. Siamo una coppia fortunata, in un momento importante della mia vita ho incontrato lei che mi ha aiutato ad andare avanti. Mi ha dato forza, mi ha tenuto su e incoraggiato". Curioso anche il modo in cui Gianni sia riuscito a conquistarla:

Lei ascoltava rock, tutto un altro genere rispetto al mio. Era una di queste manager d'azienda che pensano alla carriera e non aveva alcuna intenzione di fianzarsi, sposarsi e fare figli. Ho cominciato a tampinarla un po' e ho cercato di farla sorridere, raccontandole qualcosa di particolare. La prima volta mi ha dato il numero di telefono sbagliato, quindi sono andato a cercarla al lavoro. Lei scoppia in una risata ed è stato un modo per avvicinarci un po' di più.

La caduta dal palco di Morandi

Si torna al presente per parlare di un fatto curioso, accaduto quest'estate, quando Morandi è caduto dal palco mentre cantava con Rovazzi. Una caduta che immediatamente ha preoccupato molti, ma dalla quale è uscito assolutamente indenne: "Una cosa che ha dell'assurdo – racconta lui –  Poche settimane prima mi ero rotto due costole sul set con una caduta molto più sciocca, qui sono caduto da un metro e mezzo e non mi sono fatto niente, ma niente! Quando risalgo vedo quei due che continuavano a cantare e dico "ma non vene frega niente?". Mi sono arrabbiato con Fabio e lui mi ha detto che credeva fosse tutto a posto".

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