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Gianfranco D’Angelo lasciato solo: “Ho lavorato per 60 anni e ho ricevuto accuse assurde”

Da tempo, l’attore morto a 85 anni, si sentiva dimenticato, relegato nel calderone dei vip caduti in disgrazi: “Mi sono trovato in mezzo ad accuse assurde, ho lavorato quasi sessant’anni e non posso godermi quello che ho costruito”. Le ultime dichiarazioni di Gianfranco D’Angelo a Libero: “Mi sono trovato in mezzo ad accuse assurde: che mi lamentavo, che ci sono persone che percepiscono il minimo, ma cosa c’entra?”.
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Non si è mai vergognato di aver svolto mille e uno mestieri: vendeva giornali, aiutava i familiari ai cantieri e per un periodo ha fatto il muratore. Poi il "posto fisso": impiegato alla SIP, un posto lasciato proprio per cominciare la carriera, cominciata al Teatro Cordino, giovanissimo, con Maurizio Costanzo a scrivere i testi. Da lì, Gianfranco D'Angelo, morto nella notte tra il 14 e il 15 agosto dopo una veloce malattia, ha scalato il mondo: il Puff di Lando Fiorini, poi il Derby, poi il grande successo al cinema e in televisione, con Drive-in e Striscia la Notizia. Ma da tempo, l'attore si sentiva dimenticato, relegato nel calderone dei vip caduti in disgrazia.

Le polemiche sulla pensione

In una delle ultime interviste, rilasciata al quotidiano Libero, si era già in tempi di coronavirus. Si era parlato della sua tournée teatrale sospesa: "Tutti parlano delle scuole e dei cinema, giustamente, ma anche noi siamo al collasso". In quella intervista, si sono ripresi i temi sulla polemica per la pensione percepita. Era il 2018 quando fece sapere di lavorare da 55 anni e percepire solo 2 mila euro di pensione al mese. Barbara D'Urso, e anche altre trasmissioni, aprirono uno spot sulla vicenda. Lui se ne era pentito:

Non volevo lamentarmi. Mi pento di essere andato in televisione da Barbara d' Urso a parlare di questo argomento. Lavoro da 55 anni, ho sempre lavorato, e rispetto ad altre persone la pensione che prendo non è alta. Mi hanno pregato di andare in tv, allora ci sono andato. Ma mi sono pentito, perché poi sono nati equivoci, gli opinionisti scatenano polemiche per fare ascolti. Mi sono trovato in mezzo ad accuse assurde: che mi lamentavo, che ci sono persone che percepiscono il minimo. Lo so bene anche io. Dico che non posso godermi quello che ho costruito. E basta.

Gianfranco D'Angelo aveva infatti spiegato: "Ho lavorato per la Rai e per Mediaset, ho fatto 51 film e convention in tutto il mondo. Eppure, pur avendo versato regolarmente tutti i contributi, non prendo una buona pensione e non so spiegarmi il perché. Mi piacerebbe essere un po’ più tranquillo a livello economico, senza pensieri per la testa, ma fa parte della vita, e poi sono scelte. Se uno stesse a casa tutto il giorno con le pantofole potrebbe pure accontentarsi della pensione". E sulle tasse aveva dichiarato:

Secondo me a una certa età, basta. Abbiamo già dato. Tra Irpef, Imu, Iva, Tari e quant’altro siamo subissati dalle tasse. Non è possibile continuare a pagarle tutte, superati gli 80 anni e con 60 anni di contributi versati. Sì, onestamente pensavo che avrei preso di più di pensione, tutto qua.

Respinto al funerale di Fabrizio Frizzi

Tra le recenti polemiche, Gianfranco D'Angelo fece sapere di essere stato respinto ai funerali dell'amico Fabrizio Frizzi. Celebrati in Piazza del Popolo, Gianfranco D'Angelo aveva denunciato di essere stato impossibilitato a partecipare:

Quando un funerale diventa spettacolo e non ti viene permesso di entrare in Chiesa per salutare un Collega che ci lascia, allora consideri che si può essere vicini alle persone anche senza essere ripresi dalla TV: Mi hanno respinto dicendo che era una cerimonia "per pochi intimi". No comment. Ciao Fabrizio, ti porterò sempre nel cuore.

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