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Gianfelice Imparato e I Bastardi di Pizzofalcone 3: “Pisanelli sarà fondamentale, ecco perché”

Gianfelice Imparato torna nel ruolo di Pisanelli ne “I Bastardi di Pizzofalcone 3”. A Fanpage.it, l’attore si racconta: “Il Pisanelli che ritroviamo è un uomo che risolverà un caso molto intricato e continuerà la sua caccia a Frate Leonardo”. Su “Qui rido io”: “Da teatrante, è stata un’esperienza magnifica”.
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Lunedì 20 settembre ritornano “I Bastardi di Pizzofalcone” con l'attesissima terza stagione. Da quel finale ‘esplosivo' della passata stagione, ci sono stati due lockdown e una pandemia di Coronavirus a complicare le riprese della serie tratta dai romanzi di Maurizio de Giovanni. Anche di questo abbiamo parlato con Gianfelice Imparato, straordinario attore della tradizione teatrale che nella serie tv con Alessandro Gassman veste i panni di Pisanelli: "La lavorazione è stata molto complessa, questa volta". L'attore è stato protagonista a Venezia con "Qui rido io" e "Il bambino nascosto": "È un buon momento per Napoli. Abbiamo maturato una grande capacità di gestire cinema e televisione in città". 

Questa sera comincia la terza stagione de "I Bastardi di Pizzofalcone". Che Pisanelli ritroviamo?

Il Pisanelli che ritroviamo è un uomo che continua a essere un prezioso consulente per gli ex colleghi. Grazie alla sua esperienza e alla sua conoscenza, risolverà un caso molto intricato e continuerà la sua caccia, finora infruttuosa, a Frate Leonardo.

Ho letto che la lavorazione di questa terza stagione è stata molto complessa. 

Sì, è stata complessa come complessi sono stati i tempi di tutti quelli che hanno girato in quel periodo. Abbiamo lavorato a cavallo tra i due lockdown ed è stato problematico logisticamente, con i tamponi ogni 48 ore per tutta la troupe. Ma è stato ovunque così.

Nell'ultimo biennio è stato molto impegnato, penso a "Qui rido io", che a Venezia ha riscosso tanto successo. 

Il film è stato accolto con grande favore, sia dalla critica ma soprattutto dal pubblico, continuano ad arrivare grandi manifestazioni d'affetto.  Avevo avuto già l'esperienza di uno spettacolo che riguardava la causa di Scarpetta con D'Annunzio, si chiamava proprio "A causa mia", sicché conoscevo abbastanza bene l'argomento che è al centro del film di Mario Martone. Da teatrante, poi, è stata un'esperienza magnifica poter fare cinema ma a teatro. Abbiamo girato al Teatro Valle a Roma ed è stato fantastico. Avevo il mio camerino, il mio rituale abituale, ma stavamo facendo cinema.

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"Qui rido io" è stata anche un'esperienza condivisa con tanti amici di teatro. Giusto?

Certo. Con Toni ci conosciamo da tanti anni, anche se non abbiamo mai lavorato insieme a teatro. Gli altri, poi, sono tutti amici con cui ho diviso un po' di palco e un po' di cinema nel corso di tutti questi anni.

Restando su Venezia, lei era in concorso con due film, quasi gli stessi di Servillo. È giusto parlare di risanamento napoletano al cinema?

Sì, ero nel cast del film di Roberto Andò, "Il bambino nascosto". È un buon momento per Napoli, questo è sicuro. La città ha forgiato da sempre maestranze di primissimo ordine e il capitale che abbiamo non deve disperdersi. Oggi abbiamo una capacità di gestire cinema e prodotti televisivi che prima non avevamo, speriamo che non venga dissipata.

Progetti per il futuro? 

Sono impegnato con il Miles Gloriosus a Catania, per la regia di Armando Pugliese. E riprenderemo con la compagnia di Luca De Filippo, "Ditegli sempre di sì". Riprenderemo la tournée, certo, se finalmente ce la fanno riprendere. Non voglio fare polemica, adesso, però…

Però?

Siamo in grande sofferenza e solo con il teatro e con il cinema pretendono il distanziamento. Io ho viaggiato in aereo e in treno, senza distanziamento. I bus pubblici e le metropolitane, non ne parliamo. Al ristorante, così come negli stabilimenti balneari, il distanziamento è rimasta una pura teoria. Insomma, sembra che solo a teatro come al cinema, nonostante si entri con green pass e distanziamento, bisogna penalizzarsi, diminuendo i posti a sedere su quelli totali.

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