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La storia di Gelsomina Verde in “Gomorra”: un pugno allo stomaco della nostra coscienza

La storia di Manu in “Gomorra – La Serie” riprende l’agghiacciante omicidio di Gelsomina Verde, riapre il dolore e ci ricorda che in certa gente di umano non c’è nulla.
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"Tu sei la fidanzata di Daniele? E sali, che mi ha mandato a prenderti". Sarà l'inizio della fine per Manu, la giovane fidanzata del ragazzino che Ciro Di Marzio (Marco D'Amore) ha strumentalmente trasformato in un killer, per iniziare una sanguinosa faida tra i Conte e i Savastano. È l'episodio 9 di "Gomorra – La Serie", in onda ieri sera su Sky Atlantic HD, in grado di atterrare lo spettatore come un colpo di mazza chiodata allo stomaco, che ci ricorda che tutto quello che stiamo vedendo in quella serie è, sì romanzato, ma pur sempre mutuato da fatti di cronaca realmente accaduti. Noi spettatori, di colpo più colpevoli quando, soltanto qualche attimo prima, ci siamo sentiti in empatia con Ciro l'Immortale, il camorrista capace e senza macchia che viene riconosciuto da Genny Savastano solo come un onesto soldato. Ma Ciro resta un uomo brutale e meschino, in grado di compiere qualsiasi cosa pur di arrivare al suo scopo: il confronto con gli altri personaggi non doveva trarre in inganno.

Ciro porta Manu nella stessa zona dove ha insegnato al piccolo Daniele come ammazzare una persona, la tiene legata ad una sedia, la picchia e la colpisce più volte con una mazzetta, la schernisce, le sputa addosso. Vuole sapere dove si nasconde Daniele, ragazzino, sì ingenuo, ma non al punto da scoprire di essere "stato messo in mezzo". Finirà male, finirà come è realmente accaduto il 21 novembre 2004 per Gelsomina Verde, ragazza di 22 anni prima torturata e poi uccisa. Il corpo fu dato alle fiamme all'interno dell'auto del padre, per nascondere le ecchimosi e i segni di violenza sul suo corpo agli occhi dell'opinione pubblica.

Gelsomina era un'operaia in una fabbrica di pelletteria, legata affettivamente ad uno degli "scissionisti", Gennaro Notturno, tra quelli che, nei giorni della cosiddetta Faida di Scampia e Secondigliano, erano all'origine legati con il clan Di Lauro e che aveva deciso di passare dall'altra parte. La relazione tra Gennaro e Gelsomina si era però interrotta da mesi, quando lui si nascondeva con una taglia sulla testa dai killer del Clan Di Lauro. Roberto Saviano scrive in "Gomorra":

Allora i fedelissimi di Di Lauro vanno da Gelsomina, la incontrano con una scusa. La sequestrano, la picchiano a sangue, la torturano, le chiedono dov’è Gennaro. Lei non risponde. Forse non sa dove si trova, o preferisce subire lei quello che avrebbero fatto a lui. E così la massacrano.

Rivedere in quelle immagini la storia di Gelsomina Verde, ribadisco seppur romanzata, è più forte di un pugno sferrato allo stomaco della nostra coscienza. E andare a rileggere le fonti, gli atti dei processi, i punti di vista, le testimonianze di chi Gelsomina l'ha conosciuta, non rende accettabile come oggi tutto si sia potuto metabolizzare nel corso degli anni. Per quella barbarie sono stati condannati Ugo De Lucia, ritenuto esecutore del delitto, e Pietro Esposito, complice che si limitò a consegnare Gelsomina al suo aguzzino (nel pentirsi rivelò agli inquirenti di non immaginare che sarebbe andata a finire in quel modo), a sette anni e quattro mesi di reclusione. Nel 2008, Cosimo Di Lauro fu condannato all'ergastolo perché ritenuto il mandante dell'omicidio, mentre l'11 marzo 2010 Di Lauro, non ammettendo la responsabilità del delitto, risarcì la famiglia di Gelsomina Verde con la somma di 300.000 euro. Nel 2010 Cosimo Di Lauro fu assolto dall'accusa di essere il mandante dell'omicidio di Gelsomina Verde.

"Gomorra – La Serie" è una fiction, come tale inserisce la variabile impazzita "Ciro" nella narrazione e sposta l'asse delle forze in campo. Quello che non cambia è il dolore straziante arrecato da un gesto che di umano non ha nulla. Rivedere l'episodio 9 coscienti del fatto che corresponsabile di questo male inflitto è, da anni, anche la nostra indolenza e la nostra paura, faccia da contraltare alla tranquillità del nostro salottino "on demand".

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