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Morto Fabrizio Frizzi: addio al conduttore Rai

Fabrizio Frizzi in onda nel giorno della strage di Capaci: “Il momento più buio della mia carriera”

La sera del 23 maggio 1992, giorno della strage di Capaci, Frizzi fu “costretto” ad andare comunque in onda con l’ultima puntata di “Scommettiamo Che…?”. Scelta non sua di cui, a distanza anni, si pentì molto: “La Rai avrebbe dovuto trovare il coraggio di fermare quella finale”.
A cura di Andrea Parrella
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"Un dolore che mi ha torturato per anni, il momento che considero più buio della mia carriera". Queste le parole di Fabrizio Frizzi nel ricordare la serata del 23 maggio 1992, un giorno tristemente noto per la storia italiana, perché riferito alla strage di Capaci, in cui morirono il magistrato Giovanni Falcone, sua moglie e gli agenti della scorta Vito Schifani, Rocco Dicillo, Antonio Montinaro. Siccome la televisione scorre inesorabilmente insieme alle nostre vite, l'ironia della sorte volle che quella sera Fabrizio Frizzi, personalmente legato da un filo per niente sottile alle tragiche vicende di mafia, essendo allora sposato con Rita Dalla Chiesa, figlia del generale Dalla Chiesa, si ritrovò a dover sostenere una impegnativa diretta televisiva, quella dell'ultima puntata di "Scommettiamo Che?".

Le parole di Frizzi, che addolorato spiegava la scelta di andare ugualmente in onda, sono degne di un personaggio televisivo che, al pari dei grandi, si assume la responsabilità di mettere la faccia su una scelta indubbiamente controversa e molto criticata al tempo:

Tra pochi istanti andrà in onda la nostra ultima puntata di "Scommettiamo che?". Prima di cominciare ci tengo a dire che come tutti voi siamo colpiti per le notizie appena giunte da Palermo. Ci siamo chiesti se fosse opportuno andare in onda avendo noi una puntata conclusiva che è piena di sorprese e di scommesse e piena di voglia di fare festa. Però abbiamo pensato che fosse giusto non mancare all'appuntamento con chi ci ha seguito con affetto e cercheremo di fare il nostro lavoro nel miglior modo possibile, senza però assolutamente dimenticare la tragedia avvenuta e l'orrore che proviamo da cittadini.

Bruno Vespa a poche ore dalla scomparsa di Frizzi, raccontava in diretta tv come le loro strade si fosse incrociate al tempo. Il conduttore di Porta a Porta era – direttore del Tg1 nel 1992 – chiese di poter andare in onda con uno speciale di approfondimento sulla strage di Capaci, proprio in luogo di quella finale di "Scommettiamo che…?". Concessione che la Rai negò perché intenzionata a non restituire l'idea che il paese si fosse fermato a causa di ciò che stava accadendo in Sicilia. Un ordine dall'alto impose questa scelta, a Vespa come a Frizzi.

Frizzi come i grandi della tv

Come lui, sono stati molti gli uomini di tv che nel corso degli anni si sono ritrovati a dover adempiere al proprio dovere professionale, probabilmente anche controvoglia, per il rigore che li caratterizzava. Bruno Pizzul portò avanti la telecronaca della finale di Coppa dei Campioni tra Juventus e Liverpool nonostante il numero dei morti della strage dell'Heysel fosse ancora in aggiornamento. Il suo collega Sandro Ciotti non interruppe la diretta della Domenica Sportiva, nonostante il tragico annuncio della morte di Gaetano Scirea in un incidente d'auto. E ancora Corrado, che forse era il volto televisivo cui Frizzi più si era ispirato, scelse di andare ugualmente in onda con la sua Domenica In nel giorno del rapimento di Aldo Moro. E anche l'annuncio di Pippo Baudo della morte di Claudio Villa alla platea dell'Ariston non fu un momento di semplice gestione.

Il pentimento di Fabrizio Frizzi

A distanza di anni Fabrizio Frizzi, morto nella notte a Roma, aveva ricordato quella sera difficile, facendo emergere ancora l'enorme dissidio interiore rispetto a quella scelta, facendo intuire che in quella circostanza si comportò da uomo d'azienda, ma che la scelta non fu personale: "Qualcuno disse ‘non dobbiamo dare l'impressione che il paese si fermi'. Ma a distanza di tanti anni ancora fa male. Corrado con La Corrida non andò in onda per uno sciopero delle maestranze. La Rai doveva trovare il coraggio di rinviare la finale di Scommettiamo che. E io forse dovevo essere più risoluto e tornarmene a casa". 

L'analogo caso di Milly Carlucci a Ballando con le stelle

Ironia della sorte, a distanza di pochi giorni dalla scomparsa di Fabrizio Frizzi, un caso paragonabile è toccato ad una grande amica di Frizzi, che con lui ha vissuto alcuni dei momenti più luminosi della sua carriera. Si tratta di Milly Carlucci ed è incredibile la similitudine tra i due momenti. La conduttrice di Ballando con le Stelle ha dovuto spiegare, in seguito ad alcuni commenti negativi e contestazioni alla scelta, per quale motivo non si fosse deciso di fermare lo show per la morte di Frizzi. Gli obblighi aziendali costringono a far ripartire la macchina, nonostante il dolore e la sofferenza che in questi giorni parte delle maestranze Rai stanno certamente provando.

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