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Frank Matano e Francesco Sole, la tv si arrende al web (o tenta di divorarlo)

Uno chiamato a “Italia’s Got Talent”, l’altro a “Tu si que vales”, la tv si inchina definitivamente alle due star più “televisive” del web. Ma la domanda è: il nuovo che Matano e Sole propongono lo è davvero, oppure lo è solo perché nato su una piattaforma differente dalla tv?
A cura di Andrea Parrella
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Quello che sta succedendo negli ultimi anni tra tv e web è il tipico rapporto di odio e amore, quest'ultimo necessario, perché entrambi possano garantirsi una leadership condivisa, senza rischiare il tonfo. Se uno ci pensa, accade ogni volta che un soggetto nuovo prova a inserirsi in un ambito in cui vi sia una oligarchia, oppure tirannia del singolo. Per entrare si professa come il nuovo che avanza, provando a screditare ciò che nuovo non è. Lo fa, solitamente, fino a quando non capisce di dover soccombere o fino a quando, per forza palese, non viene riconosciuto: per avere un esempio pratico, conultare la voce Renzi/Partito Democratico. Non si racconta nessuna novità dicendo che è accaduta una cosa simile tra internet e tv, per lo meno in Italia. Il piccolo schermo ha provato a disinteressarsi di quanto accadesse sul web, prima di doversi aprire ad una progressiva accoglienza, il cui esempio più chiaro sono le non sempre riuscite interazione con il pubblico di Twitter.

Il salto dal web alla tv

Ma se è avvenuta l'apertura da una parte, bisogna pur dire che un avvicinamento chiaro è arrivato anche da chi, l'onda del web, del megafono a disposizione di chiunque se ne sapesse servire, l'ha saputa cogliere al volo per crearsi una community enorme di seguaci. E' l'esempio di Frank Matano e Francesco Sole, due autentiche celebrità italiane su Facebook e Youtube, giunti al titolo di star del web per motivi diversi, ma ora uniti da un percorso professionistico non troppo dissimile. Da un lato Matano, che il suo sbarco in tv l'ha già fatto da diversi anni ed è passato pure per il cinema, chiamato da Sky per la prima edizione di Italia's Got Talent sulla piattaforma di Murdoch. Dall'altro, Sole, che arriva invece alla corte di Mediaset per condurre "Tu si que vales", il format di Canale 5 che Italia's Got Talent lo rimpiazza.

Il piccolo schermo cede alla rete

Stili diversi, ma tutti e due molto prossimi alla modalità di comunicazione televisiva, bravissimi a sentire al volo il polso del web, cogliere l'umore della rete e saperlo capitalizzare. Capacità che la tv ha riconosciuto, lasciando trasparire la sensazione di un'accettazione e non di un'accoglienza, dell'obbedienza all'obbligo più che il tentativo di comprensione. La tv si è inchinata in parte al web sotto i colpi della popolarità indiscussa, presso un pubblico che, più che spegnere e accantonare la televisione, ha semplicemente ruotato la poltrona verso il pc sulla scrivania, lasciando comunque acceso il piccolo schermo.

Nuovi linguaggi, o il vecchio che avanza?

Molti contestano a Matano di aver avuto successo sul tubo con scherzi telefonici e gag degne di una tv che si faceva negli anni '90 (con tanti a chiedersi dove stia la novità espressiva), così come è stata più volte tracciata una linea di congiunzione tra lo stile di Francesco Sole e quello di personaggi già noti, su tutti dell'amato/odiato Fabio Volo. Ma più che confermare o smentire questo presunto old style solo mascherato di stilnovo, nel pensare a questo approdo in televisione c'è da chiedersi se l'entità della loro portata innovativa non si spieghi proprio con lo stesso gesto di accettare queste proposte tv. E' vero, potrebbero averlo fatto, ragionevolmente, per motivi economici, oppure perché convinti di poter scardinare il sistema dall'interno, distruggendolo con la loro forza innovativa; ma la verità è che in casi come questi torna sempre utile ricordarsi quella scena di "The Social Network" nella quale Sean Parker racconta a Mark Zuckerberg e Eduardo Saverin la sua storia e conclude dicendo: "Ho distrutto il mercato discografico con Napster..". Eduardo, che evidentemente non lo ha preso in simpatia, lo interrompe: "Hey, tu non hai distrutto il mercato discografico, hanno vinto loro – e Parker chiosa – Sì, hanno vinto in tribunale, ma oggi apriresti mai un negozio di dischi?".

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