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Francesco Pannofino, se la Tv diventa ricompensa

Il grande doppiatore, da qualche tempo, è onnipresente in Tv, sia come ospite che come mestierante. La sua celebrità improvvisa, che non stride con i suoi meriti, viene sfruttata dalla televisione in maniera scriteriata, rendendolo quasi fastidioso senza che lui ne abbia grosse colpe.
A cura di Andrea Parrella
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Quando ieri sera, su Raiuno, è comparso Francesco Pannofino a presentare gli ospiti di Punto su di te, si è pensato che fosse bastato un tutt'altro che scriteriato articolo di Fanpage.it sul cimitero degli elefanti in Tv a scatenare il licenziamento in tronco di Claudio Lippi da tutti i suoi ruoli in Rai. E che con lui si fosse portato Elisa Isoardi (ad onor del vero il sottoscritto crede che Lippi sia il più gradevole degli elefanti di cui tratta il suddetto articolo). Invece no, l'illustre doppiatore è stato incaricato di introdurre tutti gli ospiti in luogo dei due conduttori ufficiali.

E' Presto detto che Pannofino attraversi un momento di credito e celebrità estremo, ai limiti col sopportabile. E' praticamente ovunque, come ospite e come addetto ai lavori, che sia una fiction (Nero Wolfe, giovedì, Raiuno), che sia il cinema (Workers – pronti a tutto), o ancora il concertone del primo maggio in coppia con Virginia Raffaele. A dispetto dell'indubitabile simpatia che ispira, corre il rischio di diventare indigesto, come ogni cibo dopo l'abuso. Chiedersi come mai la Tv lo stia accogliendo e celebrando smodatamente verrebbe naturale, ma è facilmente spiegabile se si pensa a come la televisione, nella maggior parte dei casi, distrugge ciò che crea. E distrugge pure ciò che non ha creato lei personalmente. Divora tutto, tanto sia enorme lo spazio che deve riempire e tanto riesca ad essere, come in questo frangente, non al passo coi tempi.

Francesco Pannofino lo conoscevamo ancor prima di Boris, che l'ha reso riconoscibile al pubblico come attore: la simpatia che avevamo in serbo per lui era motivata chiaramente dalla sua voce. Non è questa la sede per parlare delle immense doti di doppiatore che si ritrova. Resta che sul palco del primo maggio perdeva la sua identità, perché non essendo intrattenitore, in quella sede ha tentato di ammiccare al pubblico sfoggiando la sua parte romana e verace che, se esiste, è apparsa fuori luogo. Resta che ieri sera sembrava stare lì a Raiuno per timbrare il cartellino, sapendo che sarebbe andato via dopo pochi minuti. Resta che la Tv non è una cosa che gli si cuce addosso.

Ma oramai la tendenza è diventata quella, che i meriti si pesano col successo e che il successo venga suggellato con la ricompensa della televisione, che sta pagando a Pannofino, solo adesso e in modo indecoroso, gli arretrati di una gloriosa carriera da doppiatore, nella quale nascondersi visivamente non era una scelta, quanto più che altro la condizione imprescindibile per lavorare. Inutile precisare che lui, Francesco Pannofino, non ha colpe. Anzi, è riconoscimento di meriti che si è ampiamente guadagnato e che, se questi sono i metodi di pagamento, fa bene a riscuotere comunque.

Hai sudato sette camicie per una vita senza ricevere il giusto compenso? Non preoccuparti, noi della Tv, che arriviamo in ritardo su tutto, ci prenderemo cura di te! Eccoti venti ospitate, un programma e tre fiction… poi vedremo per Sanremo dell'anno prossimo cosa si può fare.

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