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Film Yara su Netflix, i legali della famiglia Gambirasio: “Siamo stati contattati solo a cose fatte”

Il 5 novembre arriva su Netflix il film “Yara” diretto da Marco Tullio Giordana, che ripercorre la tragica vicenda di Yara Gambirasio, trovata senza vita a soli 13 anni dopo essere scomparsa dalla cittadina di Brembate Sopra nella bergamasca. Fanpage.it ha contattato Andrea Pezzotta, legale della famiglia Gambirasio, il quale ha dichiarato: “Non c’è stato nessun accordo con il regista. Ho ricevuto una telefonata solo a cose fatte”.
A cura di Ilaria Costabile
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Genitori di Yara Gambirasio, screen dal film Yara
Genitori di Yara Gambirasio, screen dal film Yara

Il 5 novembre arriva su Netflix Yara, il film diretto da Marco Tullio Giordana in cui si ripercorre uno dei casi di cronaca che più hanno segnato il nostro Paese, quello di Yara Gambirasio, la 13enne di Brembate Sopra trovata senza vita in un campo non troppo distante dalla palestra in cui era solita allenarsi, dopo mesi di ricerche, della cui morte è stato ritenuto responsabile Massimo Bossetti. Fanpage.it ha contattato Andrea Pezzotta, insieme ad Enrico Pelillo legale della famiglia Gambirasio, per avere un commento sull'operazione cinematografica messa in atto dal noto regista milanese, scoprendo però che nessuno era stato contattato se non a riprese già finite.

Le dichiarazioni di Andrea Pezzotta

Chiare e concise le dichiarazioni di Andrea Pezzotta, l'avvocato della famiglia Gambirasio che, contattato da Fanpage.it alla domanda su come sia avvenuta la collaborazione tra i genitori di Yara e il regista del film ha affermato: "Non c'è stato nessun accordo, nulla. La famiglia lo ha scoperto a cose fatte, solo dopo hanno fatto una telefonata a me, ma a film già confezionato. Il film non l'ho neanche visto. I Gambirasio non hanno rilasciato alcuna dichiarazione, non lo fanno in altre circostanze figuriamoci in una situazione del genere". 

Film pieno di errori secondo i legali di Bossetti

A queste si aggiungono anche le dichiarazioni della controparte, l'avvocato Claudio Salvagni legale di Massimo Bossetti, che per il delitto di Yara Gambirasio sta scontando l'ergastolo. Le dichiarazioni al settimanale Oggi, non lasciano dubbi: "Non siamo stati consultati dal regista, un errore viste le mancanze del film, ci sono gravi inesattezze". 

Marco Tullio Giordana in difesa del film

Sulla questione è intervenuto anche Marco Tullio Giordana che ha difeso il suo lavoro sulle pagine di La Repubblica, dichiarando che trattandosi di una storia vera non ha potuto prescindere dalla verifica delle fonti: "Controllo i verbali d'interrogatorio, gli atti processuali, le sentenze, i libri, i resoconti dei giornali, ma li studio come fossero collocati nella preistoria, ogni rabbia o passione spenta, detestando per indole ogni illecita morbosa curiosità". Trattandosi, però, di una trasposizione cinematografica il regista aggiunge un'ulteriore considerazione:

Bisogna che la sceneggiatura sia puntigliosa, ma un film dovrebbe soprattutto evocare un flusso di emozioni guidato dalle immagini, dalla loro composizione, dal loro ritmo, dalla musica o dai silenzi (anch'essi musica) e, soprattutto, dalla capacità degli attori di "trasmettere", come stazioni radio, come onde ipersensibili al confine della telepatia.

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