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Fedez scrive alla Rai: “Voglio essere ascoltato sui fatti del primo maggio”

Il rapper torna sulla questione concertone Primo Maggio e il presunto tentativo di censura della Rai. Fedez era stato accusato dal direttore di Rai3 Franco Di Mare di “manipolazione dei fatti”. Ora scrive al presidente della commissione di Vigilanza Rai affinché venga ascoltata la sua versione dei fatti.
A cura di Andrea Parrella
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La vicenda Fedez-Rai continua a tenere banco, nonostante l'attenzione pubblica sul caso sia fisiologicamente scemata nelle ultime due settimane, la questione continua a tenere banco e ad aizzare di nuovo gli animi ci pensa il rapper. Nelle ultime ore il cantante Fedez, stando a quanto riporta l'ANSA da fonti parlamentari, ha chiesto di essere ascoltato in commissione di Vigilanza sulla Rai, dopo che a pochi giorni di distanza dai fatti del primo maggio c'era stata l'audizione del direttore di Rai3 Franco Di Mare sul concertone.

Fedez avrebbe scritto al presidente della Vigilanza Rai, Barachini per chiedere di esporre la sua versione dei fatti, essendo stato nominato "costantemente, sia dagli onorevoli intervenuti, che dal direttore Francesco Di Mare".

Le accuse di Franco Di Mare a Fedez

Di Mare aveva accusato Fedez di "manipolazione dei fatti, che per chi l'ha orchestrata avrebbe dovuto rappresentare una censura da parte della Rai che non c'è mai stata". Il riferimento era alla pubblicazione della telefonata intercorsa tra il rapper ed alcuni rappresentanti dei vertici Rai, nonché dell'organizzazione del concertone del Primo Maggio, nel corso della quale Fedez contesta il tentativo di edulcorare il discorso che avrebbe pronunciato sul palco. Sempre nella sua audizione in vigilanza Di Mare aveva aggiunto: "Questa manipolazione ha ottenuto l'effetto desiderato, quello di gettare discredito sul servizio pubblico". 

La risposta di Fedez

Nelle ore successive all'intervento di Di Mare in vigialanza Rai, l'organo politico che controlla i contenuti in onda sulle reti del servizio pubblico, Fedez aveva già spiegato nuovamente le sue ragioni: "Perché pubblico la telefonata? Perché la Rai, appena scendo dal palco, emana un comunicato in cui dice che non c’è stato alcun tipo di tentativo di intervento nei confronti del mio discorso. Io pubblico una telefonata in cui l’oggetto della conversazione è tentare di modificare il mio discorso facendomi omettere dei nomi e dei fatti, in cui partecipa attivamente a tutta la conversazione la vicedirettrice di Rai3". Ed aveva quindi aggiunto:

Se al posto mio su quel palco ci fosse andato un artista che ha un po’ meno potere di me e che non è privilegiato come me e gli avessero chiesto di non fare nomi e cognomi, e magari avrebbe subito delle ripercussioni per le quali avrebbe perso l’opportunità di esibirsi, avrebbe perso l’opportunità di lavorare. Che cosa avrebbe fatto al posto mio?

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