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Enock Barwuah: “Picchiato da chi mi chiamava ne*ro di mer*a”, la risposta a Pio e Amedeo

Al monologo di Pio e Amedeo a “Felicissima Sera” che mirava a sdoganare l’uso di parole ritenute “vietate”, risponde su Fanpage.it Enock Barwuah. Solo pochi mesi fa, la stessa rete che ha ospitato il duo comico, squalificò Fausto Leali dal GF Vip per avere utilizzato il termine “ne*ro”, termine il cui uso lo sketch di Pio e Amedeo ha addirittura incoraggiato, purché utilizzato con le intenzioni giuste. “Un anno fa eravamo nelle piazze per il Black Live Matter. Meno di un anno dopo siamo qua a dire che dire “ne*ro” è normale”, dichiara Enock.
A cura di Stefania Rocco
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Dopo la risposta di Pietro Turano circa il monologo di Pio e Amedeo a Felicissima Sera che mirava a sdoganare l’uso della parola "fro*io", risponde su Fanpage.it Enock Barwuah, fratello di Mario Balotelli e figlio di genitori ghanesi che, al GF Vip, fu all’origine della decisione della produzione di squalificare Fausto Leali, reo di esserglisi rivolto usando la parola “ne*ro”. Meno di un anno dopo, sulla stessa rete, l’uso di quel termine è stato non solo consentito ma addirittura consigliato, purché utilizzato con le giuste intenzioni. Nel nome della libertà di espressione. Una libertà che però, benché non se ne sia tenuto conto, termina quando lede la sensibilità altrui.

Contano le intenzioni, non le parole. Un tema che si è riproposto in televisione dopo lo sketch di Pio e Amedeo. Sei d'accordo?

Le parole contano quanto le intenzioni. Il termine “ne*ro” ha un solo significato. Non puoi fare un complimento insultando una persona. È una parola dispregiativa, stai dicendo a una persona che è sporca.

“Oh ne*ro, andiamo a mangiare una cosa insieme” è la frase utilizzata da Pio e Amedeo nel loro monologo. Se un amico ti chiamasse “ne*ro”, quale sentimento proveresti?

Se ho confidenza con un amico e a questa persona sta bene che io lo chiami “ne*ro”, non vuol dire che tutti debbano accettarlo. Ognuno ha una storia o ricordi spiacevoli legati proprio a questo termine. È una parola grave. Ma quello che mi spaventa di più è che in televisione sia stato consentito a due persone, miei amici tra l’altro, di parlarne in questi termini. Che cosa vogliamo fare, creare una generazione che si senta libera di andare in giro per strada a utilizzare certi termini? Non ho intenzione di far rivivere a mia figlia quello che ho passato io quando andavo in giro e mi chiamavano “ne*ro di mer**”. È un termine da abolire, esattamente come la parola “fro*io”. Poi se sei con un tuo amico in un contesto privato e ti sta bene che ti chiami “fro*io”, è un’altra cosa.

Non sarebbe meglio, invece, evitare in qualsiasi contesto?

Sicuramente. A me è capitato e mi sono anche arrabbiato. Poi magari ti dicono che non sei autoironico.

Ma il punto non è l’autoironia di chi subisce. Deve essere l’altro a crearsi il problema di non offendere.

Figuriamoci, ho visto persone ripostare il monologo di Pio e Amedeo e scrivere ‘Finalmente gente che riesce a ironizzare”. Ma fare ironia sugli altri non è ironizzare su se stessi. Non puoi sapere che storia ha l’altro. In America nessuno si sarebbe mai permesso di fare un discorso del genere. È una cosa molto grave quella che stanno facendo, è autorizzare le persone a utilizzare certi termini. Ma stiamo scherzando? Spiani la strada a una sorta di “liberi tutti” e non va bene. Per quanto mi riguarda, non ho amici che mi chiamano “ne*ro”. E non lo fanno perché mi rispettano.

Pio e Amedeo sul palco di "Felicissima Sera"
Pio e Amedeo sul palco di "Felicissima Sera"

Dopo il monologo di Pio e Amedeo, andato in onda di fronte a 4 milioni di spettatori, aumenteranno le persone che si sentiranno autorizzate a usare parole come “ne*ro” o come “fro*io” perché tanto conta l’intenzione?

Certo, è chiaro.  Ne ho viste e sentite tantissime di persone che di fronte al monologo di Pio e Amedeo hanno commentato ‘Finalmente persone che hanno il coraggio di dire la verità”. Ma finalmente cosa? Facci caso: non ho lo ha scritto nessun nero e nessun gay.

Quel monologo è andato in onda su Canale5, la stessa rete che decise di squalificare dal GF Vip Fausto Leali perché ti aveva chiamato “ne*ro”. Bastano così pochi mesi per modificare la propria posizione?

Con quel passaggio sul fatto che non si possa più usare la parola “ne*ro” in tv, Pio e Amedeo si riferivano proprio a me e a quanto accaduto al Grande Fratello con la squalifica di Fausto Leali. Quanto alla rete, penso che sia necessario scegliere una linea e mantenerla. Se decidi di condannare certi termini prima, non puoi consentirli dopo, in prima serata e di fronte a tante persone. È molto grave. Nei panni di Canale5 e Mediaset avrei bloccato questo monologo.

Hai sentito Pio e Amedeo dopo il monologo?

Non li ho sentiti perché ci sono rimasto male. E se anche gli avessi scritto, non sarebbe cambiato nulla. Un anno fa eravamo nelle piazze per combattere il razzismo con il Black Live Matter. Meno di un anno dopo siamo qua a dire che dire “ne*ro” è normale. Pio e Amedeo hanno sbagliato l’argomento sul quale fare ironia. Da piccolo sono stato picchiato da quelli che mi chiamavano “ne*ro”. Su questo tema non c’è nulla da scherzare.

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