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Elena Majoni: “Non denunciai Muccino per anni, andai via dopo l’ennesima violenza”

Elena Majoni, ex moglie di Gabriele Muccino, racconta la sua verità rispetto ai presunti abusi ricevuti dal noto regista: “Lo faccio oggi con prove alla mano, volevo che le mie parole fossero certificate da delle sentenze”.
A cura di Stefania Rocco
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Elena Majoni racconta per la prima volta le presunte violenze subite da parte dell’ex marito Gabriele Muccino. La violinista ha ingaggiato una dura battaglia legale con il suo ex ma ha deciso di parlare della loro vicenda matrimoniale solo dopo aver ottenuto le sentenze necessarie a certificare i suoi racconti.

Ospite di Massimo Giletti a L’Arena, la musicista ha reso un lungo racconto di quegli anni:

Si parla di Gabriele Muccino e quindi di un regista famoso, sensibile. Sarebbe stata la parola di una persona normale contro quella di un regista importante come lui. Temevo che avrei alimentato il pettegolezzo o fatto rumore inutile. Ho aspettato le sentenze perché la mia parola non potesse essere messa in dubbio.

La Majoni replica anche al commento che il celebre regista ha pubblicato sui social dopo l’intervista con cui Elena ha reso nota la vicenda:

Sono una persona che si è allontanata dai riflettori. Lui ha scritto un post in cui si parla della vanità. Ma quale vanità? È la prima volta che ne parlo pubblicamente. Il mio silenzio era necessario, sapevo che se avessi risposto alle provocazioni avrei creato solo rumore.

Silvio Muccino sostiene Elena: “Ho mentito”

È stato Silvio Muccino a dare ragione a Elena, ritrattando quanto aveva dichiarato all’inizio. Quando la Majoni trascinò l’ex marito in tribunale, il fratello di Gabriele negò gli episodi di violenza. Tempo dopo, per riparare al torto inflitto, decise di ritrattare quella falsa testimonianza, assumendosene la responsabilità penale. Silvio ha confermato le violenze subite da Elena che ha così commentato la sua decisione di schierarsi dalla sua parte:

Era estate, avevo riunito la famiglia Muccino perché volevo fare una cosa bella. Ero al telefono con mia madre vicino alla finestra e Gabriele si avvicinò alterato, mi tirò uno schiaffo. Così, senza motivo. Ricordo solo quello schiaffo e un fischio lunghissimo. Corsi fuori dalla stanza, non capivo nulla, e dissi a Silvio che dovevo andare in ospedale. Ricordo solo che Gabriele mi disse: “Pensavo tu stessi cercando di farmi ingelosire”. Vado a Roma al pronto soccorso dove mi dissero che avevo il timpano perforato. Dissi che avevo sbattuto la testa, e il medico mi rispose: “Dai, dimmi chi ti ha menato!”. Non era credibile la scusa che avevo accampato. Raccontai una bugia per coprirlo. Gabriele passava da un estremo all’altro. Mi faceva sentire non abbastanza intelligente o sensibile. Era già famoso quando quell’episodio si verificò. Non lo lasciai, continuai a vivere con lui. Venne a trovarmi perfino in ospedale, come se non fosse successo nulla. Mi chiese perdono una volta, all’inizio. Ero innamorata e tendevo a giustificare le sue reazioni particolari. Era la prima volta che accadeva qualcosa di così violento. Ci sono degli altri episodi ma non voglio parlarne. Preferisco parlare solo di quello che posso provare.

La voce di Elena si rompe e la donna si scioglie in lacrime ricordando quel periodo:

Negli Stati Uniti cercai una consulente familiare perché le cose non andavano. La cercai dopo un mio ricovero. Sono tornata più volte da questa dottoressa. In America, quando subisci una violenza, devi avere un supporto psicologico. Non volevo denunciarlo perché stava girando un film e perché era Gabriele Muccino. La dottoressa mi diagnosticò la sindrome della donna maltrattata, mi chiese se volevo cercasse un posto sicuro per me e mio figlio. A lei raccontai la verità, ma non denunciai Gabriele perché, se lo avessi fatto, in America non avrebbe più lavorato.

Elena Majoni: “Mi storse la mascella, pretendeva gli dicessi che lo amavo”

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Ricorda, dunque, il momento preciso in cui decise di andare via e lasciare Muccino:

Decisi di andare via dopo l’ennesima doccia fredda. Mi afferrò per la mascella e pretendeva che io dicessi che lo amavo. Io non ci riuscivo e lui mi storse la mascella al punto che ebbi problemi di masticazione per un mese. A quel punto capii che dovevo andarmene. Sto piangendo perché mi vergogno come una ladra. Silvio l’avevo chiamato come testimone perché sapeva la verità. Lui decise di mentire in tribunale e per me fu dura, non me lo aspettavo. Conoscevo le loro dinamiche familiari e la bontà di Silvio: ha difeso il fratello come io difendevo mio marito. L’ho capito. Quella denuncia fu archiviata. La mia famiglia e alcuni amici mi sono stati vicini. Incontrai Nicola, l’uomo che oggi è diventato mio marito, il padre del mio secondo figlio. Si comporta meravigliosamente con il bambino che ho avuto da Gabriele.

Elena e Silvio Muccino hanno recuperato il loro rapporto. Il regista, invece, ha tagliato i ponti con la sua famiglia:

Silvio l’avevo cercato anche prima, era il mio migliore amico. Lo hanno tenuto lontano da me in tutti i modi possibili. In cuor mio sapevo che era solo questione di tempo. Si sentiva in colpa, ma spero che lui sappia che non ce l’ho con lui. Ho chiesto l’affido esclusivo di mio figlio. È cresciuto e il loro rapporto non andava. Gabriele mi ha portato in Corte d’appello, non per l’affido ma per la riduzione dell’assegno di mantenimento. È diventata una guerra.

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