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Edoardo Raspelli: “Lascio Melaverde dopo 21 anni perché mi hanno umiliato. La Rai? Ci tornerei”

Edoardo Raspelli, storico conduttore di Melaverde, ha raccontato a Fanpage.it i reali motivi che lo hanno spinto a lasciare il programma che ha curato per più di 20 anni: “Mi piange il cuore ma fare ancora staffetta con altri conduttori sapendo che hanno già deciso di fare a meno di me, non mi va”. E sul suo futuro è aperto a tutto: “La Rai? Ci tornerei ma ci sono anche altre reti. L’importante è che mi piaccia il progetto”.
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Edoardo Raspelli lascia Melaverde dopo 21 anni di conduzione senza sosta. La notizia, circolata ieri dopo il comunicato dello stesso conduttore e giornalista gastronomico, ha comprensibilmente lasciato l'amaro in bocca ai fedelissimi spettatori della trasmissione. Sui social, in tantissimi si sono espressi a favore dello storico curatore e conduttore del programma, al punto da minacciare il boicottaggio della trasmissione per la prossima stagione. A Fanpage.it, Edoardo Raspelli chiarisce e conferma che l'anno prossimo non sarà più al timone di Melaverde: "Mi hanno detto: "Da settembre a Natale ti diamo sette puntate su 14, ma l'anno prossimo basta". Ho scelto di quindi di andarmene perché ho trovato umiliante questa situazione". E sul futuro: "La Rai? Ci tornerei ma ci sono anche tante altre reti. L'importante è che mi piaccia il progetto". 

Edoardo, perché la produzione di Melaverde ha deciso di non proseguire con te nella conduzione? 

Partiamo da una premessa. Venti anni fa ho avuto un infarto e l'anno scorso, a maggio, mi hanno ripulito uno stent. Non si tratta di certo di un raffreddore ma è comunque un intervento di routine. Già prima stavo benino, dopo stavo ancora meglio, ma per questo, mi sono fermato per un po'. In produzione, almeno così mi è stato detto, si sono spaventati: "Oddio, questo ci muore sul set" avrebbero detto e così sono stato sostituito per un paio di mesi (da Vincenzo Venuto, ndr). Nella scorsa edizione, sette puntate le ho fatte io e sette il sostituto, e così anche a gennaio. E quindi, per la prossima edizione mi hanno detto: "Da settembre a Natale ti diamo sette puntate su 14, ma l'anno prossimo basta".

E così hai deciso di anticipare l'uscita dal progetto. 

Mi piange il cuore, ma dopo 20 anni fare ancora la staffetta sapendo che hanno già deciso di fare a meno di me, non mi va. Così, ho detto: "No, grazie". Di fare il conduttore a corrente alternata non mi va.

A giudicare dai dati di ascolto, Melaverde deve aver prodotto grandi utili per Mediaset in 21 anni sotto la tua conduzione. 

Dava risultati di share e di pubblicità molto alti e costava pochissimo. Siamo passati da Rete 4 a Canale 5 proprio per i risultati, mica per le raccomandazioni di qualcuno. E abbiamo lavorato sempre con budget ridotti, costringendoci in un territorio sempre limitato. Non poteva un conduttore andare a Vipiteno e un altro andare a Napoli o a Palermo. I due conduttori dovevano restare in zone vicine, questo è sempre stato un handicap.

Restando in tema, come giudichi lo stato delle cose nella televisione del "food" e della gastronomia? 

Sono della vecchia scuola, leggo ancora oggi 8 quotidiani al giorno e guardo molto poco la televisione. Quando sento di programmi e talent con giudici che trattano a pesci in faccia e a insulti i concorrenti penso che se io scrivessi le mie rubriche con gli insulti, mi lascerebbero in mutande con le querele. Oramai vedo che tra le televisioni e i blogger, la gente non sa più scrivere, non sa più leggere. Per non parlare dell'uso del congiuntivo e del condizionale, che sbagliano ormai anche i telegiornali nazionali.

Stai già pensando al tuo futuro? Magari c'è ancora spazio nel palinsesto della Rai. 

Un futuro in Rai? Per me sarebbe un ritorno visto che ho cominciato nel 1984 con Gianni Minoli, ho lavorato in prima serata con Chiambretti e con Freccero, come capostruttura. Ma non ho preferenze, ci sono tante reti. La cosa fondamentale è che mi piaccia il progetto. Non ho la fila fuori, perché non ho scelto di lasciare Melaverde per altre proposte, ma solo perché ho trovato inutile e umiliante questa alternanza che mi avevano proposto sapendo che dal prossimo anno vogliono fare a meno di me.

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