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“È sempre colpa di un altro”, il monologo di Valerio Mastandrea che racconta l’Italia

Diventa virale su Internet il monologo su un’Italia che scarica perennemente la colpa sugli altri. Scritto dall’autore e sceneggiatore Mattia Torre, lo ha pronunciato Valerio Mastandrea nel corso dell’ultima puntata di Propaganda Live su la7: “È tipico di questo Paese: è sempre colpa di un altro”.
A cura di Valeria Morini
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"È tipico di questo Paese: è sempre colpa di un altro": diventa virale sul web il monologo su un'Italia che scarica perennemente la colpa sugli altri, pronunciato da Valerio Mastandrea nel corso dell'ultima puntata di Propaganda Live, venerdì 14 giugno. Scritto da Mattia Torre e tratto dal suo libro "In mezzo al mare. Cinque atti comici" del 2012, è una riflessione finissima che ha il pregio di raccontare l'Italia e di essere sempre drammaticamente attuale.

Colpa di un altro, il monologo di Mastandrea

Il titolo del testo è "Colpa di un altro". Accolto da applausi, è stato celebrato sul web: una sorte simile a quella che toccò a "I figli ti invecchiano", altro monologo divenuto cult, scritto sempre da Torre e recitato dallo stesso Mastandrea in una puntata di EPCC – E poi c'è Cattelan.

È tipico di questo Paese: è sempre colpa di un altro. È sempre colpa di quello che veniva prima, di quello ha fatto il lavoro prima. Se cambi dentista, quello ti visita e fa la faccia angosciata, ché tu vorresti morire. E lui ti dice: guardi, io non parlo mai male dei colleghi, qui hanno combinato un disastro, guarda che roba. Non hai la scienza per contraddirlo, e il problema non si pone perché hai i ferri in bocca, per cui ti sottometti e paghi 1200 euro. Stessa cosa se ti si rompe il motorino e lo porti dal meccanico. Quello guarda il motore e si mette e ridere: “Ma chi ce l’ha messe le mani qua?”. Stessa cosa l’idraulico, che ti dice che quello prima ha creato, apposta, il calcare, ed è tutto da rifare. Stessa cosa col muratore, che accusa quello che c’era prima di aver usato materiali scadenti e in disuso per risparmiare sulle spese. Stessa cosa col governo appena insediato. Trova un buco di mille miliardi di debito lasciato dal governo precedente. E al precedente governo non sta bene che si dica così: allora accusa il governo precedente ancora. Che a sua volta accusa il precedente. Fino a risalire a un governo talmente indietro nel tempo che ormai sono tutti morti. E che pure nelle tombe bofonchiano. Tutto il paese va avanti in un susseguirsi di truffe di cui è responsabile sempre quello di prima. O quello prima ancora. E mai di chi la fa in quel momento. E questa è una piccola magia tutta italiana: milioni di cittadini e nessuno ha una sola responsabilità. È una grande catena di S. Antonio, è impossibile capire da ove provenga la fregatura. Nel frattempo si è sviluppata un'intera comunità di persone fintamente affrante per disastri commessi da altri ma subito pronte, se ben retribuite, a riparare il danno. "Qui ci proviamo, i miracoli non li facciamo". Il miracolo è la catena stessa, per cui già da domani altri interverranno sulla lavatrice, sul motorino, sul premolare o sul governo e ancora una volta: "Qua è tutto da rifare. Colpa di altri, noi ci proviamo. Speriamo bene". (SOTTO, IL VIDEO)

Chi è Mattia Torre

Sceneggiatore, commediografo, regista e autore, Mattia Torre è uno dei creatori della serie di culto Boris, insieme a Luca Vendruscolo e Giacomo Ciarrapico. Ha co-scritto con Vendruscolo "Piovono mucche", che ha vinto il Premio Solinas per la sceneggiatura. Dal 2004 al 2011 è stato autore del programma tv Parla con me, ideato da Serena Dandini. Suo anche lo spettacolo teatrale Migliore, interpretato dallo stesso Valerio Mastandrea, mentre con Corrado Guzzanti ha scritto la serie TV Dov'è Mario? Ha sceneggiato e diretto La linea verticale (con Mastandrea), sull'esperienza tragicomica e surreale di un malato di cancro, ispirata al vissuto personale dello stesso Torre.

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