Domenica Live a Barbara D’Urso, io sto con Vinci
Sto con Alessio Vinci, così come appoggerei chi si trovasse nella sua stessa situazione. Appoggerei il biasimo di chiunque nei confronti di un'azienda che utilizzi il terrorismo psicologico dell'ansia da prestazione, nei confronti dei suoi dipendenti, come arma da sfoderare in qualsiasi momento; di un'azienda che ha smesso di pensare ad evolversi per indirizzare, al contrario, l'attenzione verso l'immediato, il tutto e subito. Mediaset sembra una di quelle società di calcio incapaci ad attendere che si danno alla pratica del facile esonero d'allenatore dopo una mera sconfitta, ricadendo più volte nell'errore di richiamare chi era già stato fatto fuori precedentemente. La risultante è quella di un inevitabile fallimento.
Barbara D'Urso e il catenaccio – E' quanto è successo ad Alessio Vinci e Sabrina Scampini con quel Domenica Live archiviato da Mediaset dopo poche puntate, per insufficienza di ascolti. Si precisa che quella loro non fosse una domenica epica e di chissà quale livello, ma quantomeno si stavano prodigando nell'impegno di cambiarne la forma pensionabile che la contrassegnava, offrire un'alternativa in chiave informativa. Invece dopo un mese scarso Mediaset si tira indietro, affidandosi ad un provvidenziale catenaccio, una perfetta via di fuga inebriante chiamata Barbara D'Urso, che sostituirà la coppia al timone del programma. Una D'Urso che la domenica l'ha persa proprio perché di ascolti sufficienti non riusciva a farne e che continua a prendere batoste dalla concorrenza anche nel pomeriggio.
La resa di un'azienda – Ma è un modo perfetto per Mediaset di evitare rischi, senza tuttavia la minima prospettiva e intenzione di capire quale possa essere la forma di intrattenimento che riporti spettatori davanti alla tv nelle giornate domenicali. Anziché conquistarne, si decide di non perderne. E allora io sto dalla parte del disappunto di Vinci contro un'azienda che ha dismesso l'idea di progettualità da tempo e che si comporta come dovesse cominciare a curare il proprio fallimento a breve, che ha abbandonato ogni velleità di investimento. Una domanda aleggia dall'inizio della stagione televisiva: cosa ha fatto Mediaset (Celentano a parte, che di investimento ha ben poco) a parte rattoppare buchi e mischiare le carte in tavola sperando ne venisse fuori qualcosa? Come si può pensare che, ad esempio, un modello domenicale "diverso" possa conquistare da subito un pubblico ampio?