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Da Amici a X Factor e The Voice: troppi talent show, cosa fare per i format stanchi e usurati

Il genere talent show mostra diversi segni di stanchezza, sia dal punto di vista discografico che televisivo. I format di Amici, X Factor e The Voice Of Italy sotto la lente di ingrandimento. Ecco un’analisi e le possibili terapie per rianimare gli show ormai imprescindibili nei palinsesti di Mediaset, Rai e Sky.
A cura di Andrea Conti
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Qual è lo stato di salute dei talent show in Italia ad oggi? Il paziente presenta sintomi di stress, stanchezza e necessita di cure immediate per riprendere vigore e tonicità. I talent sono, da anni, un garantito sicuro per gli investitori pubblicitari delle reti televisive. Diciotto anni di messa in onda per Amici di Maria De Filippi (diciannove se si include l'ultima versione Amici Celebrities), tredici anni per “X Factor” e sei anni per “The Voice Of Italy”. Questi programmi si sono evoluti ininterrottamente, edizione dopo edizione, senza lasciare un attimo di respiro né a loro stessi, né ai telespettatori. Ma quali sono i sintomi che evidenziano come il genere talent sia in affanno e quali possono essere i rimedi, le soluzioni più efficaci per far sì che si possa parlare di rinascita? Prima la diagnosi e poi delle ipotesi di cura.

Gli ascolti mostrano segnali di forte stanchezza

Questo non vuole essere un campo minato per il dibattito di addetti ai lavori, che tanto si infervorano ogni giorno della settimana, per puntare il dito su un flop, una flessione o una vittoria di un programma. Non è nemmeno un trattato Auditel, di analisi tecniche su curve (quelle degli ascolti), fasce di target, né di successi o insuccessi social, like, trending topic o quant'altro. Anche perché, si sa, spesso i social non sono lo specchio del Paese reale. Per fortuna o purtroppo dipende dai punti di vista. Però qualche piccolo dato bisogna darlo.

X Factor quest'anno ha rinnovato in parte la giuria puntando sul trapper Sfera Ebbasta, con tutta la scia di polemiche legate che si trascinava, la raffinata Malika Ayane e Samuel dei Subsonica. Unica riconfermata è Mara Maionchi. Insomma, si puntava molto sull'effetto curiosità. E il pubblico come ha risposto? C'è da dirlo: così così. La prima puntata delle Auditions del 2018, quella del debutto della chiacchieratissima Asia Argento, è stata vista da 1.153.000 telespettatori con il 4.14% di share, mentre le Auditions 2019 con la giuria parzialmente rinnovata nella prima puntata hanno totalizzato 1.033.000 telespettatori e 3.82% di share. Sempre in tema X Factor, la prima parte dei Bootcamp del 2018 è stata vista da 1.235.000 telespettatori e 4.5% di share, mentre nel 2019 siamo a 997.000 telespettatori e 3.5% di share. La flessione è evidente, sebbene i nuovi giudici siano simpatici, spigliati e in totale armonia, ai telespettatori c'è qualcosa che non convince o che comunque convince meno del passato.

Amici si sdoppia. A novembre partirà la versione classica, ormai rodata da diciotto anni. Mentre quest'anno è stata battezzata la costola Vip. Ed ecco che il 21 settembre ha debuttato Amici Celebrities con diverse personalità del mondo dello spettacolo, suddivisi nelle squadre Blu e Bianca capitanate rispettivamente dal vincitore dello scorso anno, il tenore Alberto Urso, e dalla seconda classificata Giordana Angi. Qual è la stata l'accoglienza del pubblico? Le prime tre puntate andate in onda il sabato e condotte da Maria De Filippi, si sono scontrate con Ulisse di Alberto Angela. Ecco uno schema secco dell'appassionante duello del sabato sera con una premessa. Di base il programma di divulgazione culturale di Alberto Angela termina quasi sempre un'ora prima del talent di Canale 5, verso la mezzanotte. La prima puntata di “Amici Celebrities” ha totalizzato 3.274.000 e 20.61% di share, mentre “Ulisse” 3.500.000 telespettatori e 18.97% di share. Per il secondo appuntamento “Ulisse” ha conquistato 3.614.000 telespettatori e 20% di share, mentre il talent show 3.066.000 e 19.45%. Terzo appuntamento con “Ulisse” a 3.821.000 e 19.7% contro i 3.271.000 e 19.67% di “Amici Celebrities”. La musica non cambia nemmeno con il cambio di conduzione con Michelle Hunziker e lo spostamento del giorno al mercoledì. Il talent infatti ha raccolto 2.738.000 e 15.3% di share, contro il film a tematica sociale, in prima visione, su Rai Uno "il diritto di contare" che ha vinto la serata con 4.391.000 e 20.5% di share. Nonostante il cast di Vip, nonostante il cambio di conduzione, il pubblico sembra essersi spostato su altri “lidi”, in cerca di altro, segno che il format continua a mostrare segni di stanchezza. Un segnale importante.

Infine l'araba fenice dei talent italiani The Voice Of Italy, morto e risorto diverse volte. L'ultima edizione è stata completamente affidata a Simona Ventura che ha messo su un cast di coach di tutto rispetto: Gigi D'Alessio, Gué Pequeno, Elettra Lamborghini e il suo amatissimo Morgan. Sulla carta non mancava nulla, ma al pubblico il format evidentemente continua a non convincere, con una prima puntata dell'edizione 2019 che ha raccolto 2.435.000 telespettatori e 11.15% di share, sicuramente grazie all'effetto curiosità del debutto e alla presenza della Ventura e una Finale da 1.710.000 con il 10.8%. Sembra che il talent continui a non affezionare il pubblico italiano, con buona pace della seconda Rete che quest'anno ha insistito ancora una volta nel proporlo, quando ormai sembrava definitivamente scomparso dal mercato televisivo del nostro Paese.

I dischi dei talent si vendono con fatica 

La mission impossible dei talent, ancora oggi, è quella di lanciare nuove popstar nel firmamento del mercato discografico attuale, che già di suo (bisogna dirlo) è complicatissimo, frammentato e ricco. Importante premettere che al momento la trap e gli indie (o presunti tali) sono sulla cresta dell'onda soprattutto sul versante degli stream, che consentono spesso la conquista dei dischi d'oro (oltre 25mila copie vendute) e di platino (oltre le 50mila) anche, in alcuni casi, in una sola settimana. Numeri che per chi oggi esce da un talent sono un miraggio. E quindi che si fa? Si continua con la prassi consolidata del calendario di un mese, due mesi di instore in giro per l'Italia in cui il cantante del momento incontra i fan, autografa la copia fisica del disco e incrementa il numero di venduto per agguantare una certificazione. Ma basta? Nì. L'ultimo vincitore di “Amici”, il tenore Alberto Urso, ad esempio, ha pubblicato il suo primo disco solista “Solo” il 10 maggio 2019.

Il trionfatore solleva la coppa il 25 maggio e poi parte per un calendario fitto di Instore. Il risultato? Il disco d'Oro arriva esattamente il 17 giugno, a poco più di un mese dall'uscita fisica dell'album. La seconda classificata Giordana Angi ha pubblicato l'album “Casa” il 26 aprile 2019. Anche lei dopo la Finale di “Amici” parte per gli instore e ottiene il disco d'oro il 24 giugno, due mesi dopo. Per carità, sono numeri importanti, ma ben lontani, ad esempio, da quelli portati a casa da Irama (vincitore del 2018) che – parlando solo di album – ha agguantato due dischi di platino per “Plume”, il primo post “Amici”, e un disco di platino per “Giovani”. Le cose da un anno all'altro cambiano repentinamente, la concorrenza si fa più spietata e forse questo è anche un momento di stanca per i gusti dei giovanissimi – che divisi tra gli idoli su Tik Tok e gli stream della trap – si sono evoluti in pochissimo tempo.

Il vincitore di X Factor Anastasio ha messo a segno il disco d'oro il 10 dicembre 2018 per il singolo “La fine del mondo”, pubblicato il 23 novembre 2018. Ad oggi il brano è doppio platino. Insomma per il rapper la strada sembrava più facile, eppure dopo la pubblicazione dell'Ep omonimo, il tour nei club di successo e qualche apparizione pubblica, solo in questi giorni Anastasio ha dichiarato sui social che è alla lavorazione di un album. E la vincitrice di The Voice Of Italy Carmen Pierri? Il suo singolo “Verso il mare” non ha ottenuto nessuna certificazione.

Come si possono rianimare i talent

Dunque come risolvere questo stato di salute precario? Quali terapie adottare o medicine assumere? La più facile, ma irrealizzabile per gli investitori e le reti televisive, sarebbe quella di fermare tutti i talent per almeno un paio di anni. Escludiamolo subito. Amici di Maria de Filippi si potrebbe arricchire e potrebbe incuriosire maggiormente il pubblico se prevedesse la reintroduzione della categoria della recitazione, presente fino alla nona edizione e poi inspiegabilmente scomparsa. Questa soluzione potrebbe rendere ancora più efficaci i famosi “quadri” di Peparini, avvicinandoli più ai musical internazionali e anche giustificare la presenza degli ospiti e giudici attori, affinché interagiscano con gli allievi della classe di recitazione.

Poi il ritorno del mitologico “pubblico parlante”, che per anni aveva animato il pomeridiano e talvolta anche il serale di Amici. Un modo per muovere ancora di più le acque delle polemiche, al di là di quelle tra gli allievi, e creare nuovi fenomeni di opinionisti: in una televisione di oggi che (ahinoi) sempre più sembra creare interesse quando i toni si fanno accesi e le voci si sovrappongono, potrebbe (sempre ahinoi) pagare.

La terapia per Amici

Diminuire drasticamente la durata delle puntate del serale – si mettano in pace gli investitori pubblicitari e gli amanti dello share a tutti i costi anche all'una di notte – che a volte arriva a durare oltre 4 ore, risultando interminabile anche per i più appassionati. Un'altra soluzione da tanti paventata, ma che sembra rimanere sempre un'utopia, è il cambio di giorno di programmazione del serale, che dovrebbe spostarsi dall'ormai tradizionale serata del sabato. Ma se in questi anni non c'è riuscita la stessa Maria De Filippi, che pure più volte lo ha auspicato chiedendolo pubblicamente alla rete, non c'è speranza. Anche se, a dire il vero, questa settimana è avvenuto un cambiamento importante: Amici Celebrities dal sabato si è spostato al mercoledì, con l'annunciato cambio alla conduzione e l'ingresso di Michelle Hunziker al posto della De Filippi, che comunque non ha spostato.

La terapia per X Factor

Ben consapevoli che il format di X Factor è ferreo e blindato da Simon Cowell, ideatore e deus ex machina dello show a livello mondiale. Alcuni accorgimenti – indolori – per affezionare ancora di più il pubblico ai talenti si possono fare. Trasmettere il Daily di "X Factor" anche in chiaro sul Canale 8, non solo dal lunedì al venerdì alle 19:40 su Sky Uno. Durante il Live della sera far interagire di più i cantanti, non solo con i giudici ma anche tra loro per evitare l'effetto “wow” della popstar tra paillettes e coriandoli e più “cantante della porta accanto”. Solleticare la fantasia dello spettatore con più immagini di backstage e mostrare anche le dinamiche tra le varie squadre. Un po' di sana competizione ci sarà, no? I giudici vanno lasciati a briglia sciolta, anche con il politicamente scorretto. Per dare sempre giudizi positivi hanno un premio di buona condotta? No, allora via al libero pensiero. Anche perché una volta usciti dal guscio del talent, per i cantanti la vita sarà molto dura per trovare un posto al sole nello scenario musicale italiano.

La terapia per The Voice

E infine che dire su “The Voice of Italy”? Il format va sostituito e subito, il pubblico televisivo non è riuscito ad appassionarsi mai completamente ai talenti sul palco né allo show. Tra le alternative da considerare il ritorno di Music Farm (richiesto a gran voce sui social), l'importante che non si sovrapponga a Ora o mai più dal momento che i protagonisti sono sempre le vecchie glorie della musica italiana. Altra alternativa è ripescare la vecchia idea lanciata e annunciata nel 2017 di Italian Idol, poi bloccato sfortunatamente per mancanza di denaro, o puntare sul nuovo, aspettando il The Masked Singer Italia di Milly Carlucci nel 2020. Insomma Rai Due punti sull'elemento novità o sul vintage di successo.

Cosa non fare

Cosa invece sicuramente non fare? Sarebbe sulla carta da evitare che edizione tradizionale ed edizione “Vip” siano ravvicinate: i due format sono identici e il rischio è che lo spettatore, appena terminata una, sia stanco e non abbia interesse a seguire l'altra. Ma per quest'autunno in palinsesto sembra esserci esattamente questa situazione. No al cosiddetto “pongoregolamento”. Edizione dopo edizione, settimana dopo settimana, puntata dopo puntata, si è avuto negli anni un estenuante avvicendarsi di regole nuove, sempre più complicate e intricate. La confusione regna e il dito sul telecomando per cambiare canale è dietro l'angolo. Il pubblico vuole pilastri sicuri. Insomma “il talent è morto, lunga vita al talent!”.

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