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Crozza a Italialand imita il Papa preoccupato dall’Ici e da Don Verzè [VIDEO]

Maurizio Crozza nella puntata di Italialand del 16 dicembre 2011 ha parlato della questione dell’Ici per la Chiesa e dello scandalo di Don Verzè e del San Raffaele di Milano.
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Maurizio Crozza nella puntata di Italialand del 16 dicembre 2011 ha parlato della questione dell'Ici per la Chiesa e dello scandalo di Don Verzè e del San Raffaele di Milano

La puntata di Italialand del 16 dicembre 2011 è stata un grosso successo di pubblico, infatti ha permesso a La7 di risultare la seconda rete più vista della prima serata superando anche il temibilissimo Kalispera di Alfonso Signorini. Il programma di Maurizio Crozza merita l'apprezzamento del pubblico grazie alla cura e all'attenzione nei monologhi e per la divertente satira politica, e non solo, che viene fatta per due ore senza perdere mai di intensità. Che si imiti il Papa, Monti Robot, Marzullo, Marchionne, Montemolo, Ennio Doris, il risultato è sempre il medesimo, tante risate e tanti spunti di riflessione per un'Italia che ha veramente molto da cambiare, iniziando proprio dai suoi protagonisti politici e imprenditoriali.

Oggi vi vogliamo parlare in particolare dell'imitazione del Papa Ratzinger fatta da Maurizio Crozza. Il Papa è seduto alla sua scrivania con accanto due guardie svizzere ed è impegnato a gestire la Chiesa, decidendo di comprare un pò di incenso visto che era terminato. Ma poi, grazie al suggerimento di una delle sue guardie, ha dovuto affrontare la questione dell'Ici e ha cercato tutti i modi per non pagare la tassa sugli immobili appellandosi alle norme vigenti negli altri paesi europei, però la guardia svizzera gli ha ricordato che in Francia e in Germania la Chiesa paga l'Ici. A questo punto il Papa ha proposto di far considerare la Chiesa come prima casa e la guardia ha dovuto frenare il suo entusiasmo dicendogli che anche su quella ormai si pagano le tasse.

Papa-Crozza dedica una canzone a Don Verzè per lo scandalo del S. Raffaele

Sconfortato il Papa ha chiesto una penna e il blocchetto degli assegni per assolvere al suo dovere di buon cittadino: la cifra stimata è di 800 milioni di euro. Il Papa fa finta di non capire ma poi ha fatto una telefonata per capire se la Chiesa abbia la possibilità di pagare una cifra così alta. E alla fine ha confessato che non può pagarla, non perchè non ci siano i soldi disponibili ma perchè non ha messo la sua firma sul conto che invece è stata messa da Don Verzè, l'autore del fallimento del San Raffaele.

E a questo punto il Papa ha intonato una canzone dedicata a Don Luigi Verzè che ha sottolineato lo scandalo degli appalti truccati e delle truffe che lo hanno visto come protagonista indiscusso di uno degli affari più loschi della sanità unita alla Chiesa. La speranza di Papa-Crozza è quella che la giustizia presto faccia il suo corso.

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