Cristina D’Avena: “Mio padre voleva che facessi il medico, in discoteca urlano ‘Escile’ o ‘Puffale'”
Cristina D'Avena è stata ospite della puntata di ‘Domenica Live‘ trasmessa domenica 10 marzo. L'artista ha raccontato la sua lunga carriera partendo da quando, ancora piccolissima, entrò a far parte del Piccolo Coro dell'Antoniano grazie a Suor Cellina: "Suor Cellina era la suorina che disse alla mia mamma di portarmi allo Zecchino a cantare. Avevo due anni e mezzo. Mia madre disse che ero troppo piccola, però poi mi portò e lì è cominciato tutto".
Il successo con le sigle dei cartoni
La voce di Cristina D'Avena è indissolubilmente legata alle sigle dei cartoni più amati. In merito, la cantante ha raccontato di aver cominciato nel lontano 1981: "Alle sigle dei cartoni ci sono arrivata per caso. A Mediaset cercavano una voce femminile che cantasse le sigle dei cartoni. Era il 1981. Tutto è iniziato da ‘Bambino Pinocchio'. Nel 1982 arriva la ‘Canzone dei Puffi'".
Il rapporto con la sorella e con i genitori
Cristina D'Avena, poi, ha parlato anche della sua famiglia. Simpatico l'aneddoto sulla sorella Clarissa che da bambina, essendo buonissima, riusciva ad attirare tutte le attenzioni su di sé: "Mia sorella era buonissima, non piangeva mai. Quando è nata tutti lo notavano e quando venivano a trovarci dicevano che era buona e non piangeva e io restavo in disparte. Io andavo da lei, le facevo il solletico e la infastidivo così la facevo piangere e venivano da me". Quindi ha parlato degli amatissimi genitori:
"Quando andavo a incidere, mio padre veniva a guardare e diceva che dovevo sbrigarmi per andare a studiare. Lui voleva che facessi il medico. Purtroppo non ho completato gli studi in Medicina ma posso sempre finire. Mia madre è la mia prima fan, la porto sempre con me. Mia madre e mio padre erano molto uniti. Io e mia sorella stiamo vicine a lei, soprattutto da quando mio padre non c'è più (è scomparso nel 2008, ndr)".
Infine, ha ribadito che molti fan la considerano una sorta di sogno erotico e non perdono occasione per farle dei complimenti talvolta anche eccedendo: "In discoteca mi urlano ‘Escile' o ‘Puffale'". L'intervista si è conclusa con la consegna del Disco D'Oro. Un altro importante traguardo in una carriera già brillante.