Conferenza stampa Sanremo 2019: Baglioni glissa su migranti e polemiche, Riccardo Cocciante ospite
Dopo una lunga attesa, il Festival di Sanremo 2019 è oramai alle porte. Alla vigilia della partenza del 5 febbraio, è andata in scena la tradizionale conferenza stampa di presentazione della kermesse, che ha ospitato Claudio Baglioni, Virginia Raffaele e Claudio Bisio, ma anche il capostruttura Claudio Fasulo e il direttore di rete Teresa De Santis, che dopo la polemica della conferenza stampa di metà gennaio, dovuta alle parole di Baglioni sui migranti e la presunta conflittualità che si sarebbe venuta a creare tra lei e il direttore artistico.
È lei la prima a parlare: "Primo Festival da direttore di Rai1, mi trovo a gestire, come prima cosa del mio incarico, l'asset strategico dell'azienda. Ci tengo a sottolineare, per il momento, un altro record importante: la raccolta dello scorso anno è stata superata ampiamente di diversi milioni di euro. Il festival di Sanremo è uno degli eventi più seguiti e importanti". Poi si concentra sulla parte artistica:
Voglio ribadire di aver ereditato questo Festival, ma di averlo fatto con gran gioia, perché ho grande stima del lavoro di Claudio. Si è parlato di screzi fra noi, ma voglio precisare che fra me e Claudio c'è una sempiterna amicizia. Aggiungo che il suo è un lavoro di grandissima importanza. Quando si parla di ospiti internazionali, dovremmo ricordarci che anche i nostri artisti sono oggetto di interesse internazionale. Qualcuno lo ha definito festival autarchico e non lo è, c'è chi lo ha definito un festival sovranista. Di sicuro è un Festival che ha un'identità.
Il direttore ha poi affrontato la questione del presunto conflitto d'interessi del direttore artistico e la società Friends and Partners, caso sollevato negli ultimi giorni da Striscia La Notizia: "Il conflitto di interessi è un tema, in questo senso, molto vago. Non ho titolarità per potermi esprimere su questo tema dal punto di vista tecnico. Concettualmente e culturalmente, la produzione musicale e culturale, soprattutto in un paese come l'Italia, vive di contiguità. È un'industria che può addirittura dover fare tesoro di tali contiguità: ad esempio avere ospiti che non si sarebbero potuti avere grazie a delle particolari amicizie. È molto frequente che siano le filiere amicali per creare le condizioni affinché il risultato sia massimo". E quindi una lancia spezzata in favore del direttore artistico:
Un artista con 50 anni di storia e un profilo internazionale, non penso voglia buttare alle ortiche questa esperienza, per finire protagonista di chissà quali macchinazioni. Non credo abbia bisogno di particolari sovvenzioni, perché non muore di fame.
Breve intervento di Claudio Fasulo, che dà la prima notizia sulla giuria d'onore: "Avrà come presidente Mauro Pagani. Poi Ferzan Ozpetek, Camila Raznovich, Claudia Pandolfi, Elena Sofia Ricci, Beppe Severgnini, Serena Dandini, Joe Bastianich". Interrogato sulla questione possibile conflitto di interessi e presenza schiacciante di artisti dell'agenzia di spettacolo Friends and Partners, aggiunge:
La clausola di trasparenza c'è ed è stata rispettata […] Noi facciamo scelte, dal punto di vista della qualità, assolutamente inattaccabili. Nell'assoluta trasparenza del lavoro che facciamo, vi invito a verificare il primo ospite di questo Festival, che col mondo Friends & Partners non ha nulla da spartire
Arriva poi il momento di Claudio Baglioni: "Ho accantonato per un attimo il mio vecchio mestiere, lasciando il tour e il disco, per misurarmi di nuovo con quella che è veramente la cosa più difficile mi sia capitata nella vita. Un'esperienza che, come tutti i gran premi della montagna, fa sì che dopo ci si ricordi solo delle discese e non delle salite […] Ho provato a pensare a questo Festival come se ne fossimo i servitori, perché questa manifestazione si regge su una cosa fragilissima, che è la canzone". E ancora: "Eliminare le canzoni ha creato un clima amichevole tra i partecipanti e eliminare anche una sorta di volto elitario di Sanremo, che è appartenuto e forse ancora appartiene al Festival". Il direttore offre inoltre delle novità sugli ospiti, precisando che parteciperà personalmente all'omaggio a Mia Martini:
Questo festival sarà molto simile a quello che abbiamo fatto l'anno scorso. Vorrei che, più che nazional popolare continui ad essere popolar nazionale. Sull'internazionalità dico che molti degli artisti che avremo tra gli ospiti, pur essendo italiani, sono internazionali. La prima sera ci sarà Bocelli con suo figlio, in queste ore si aggiunge alla lista Riccardo Cocciante, ospite della seconda serata. Ci saranno anche Tom Walker e Luis Fonsi.
Approfondimento su scenografia: "Ci sarà una macchina spettacolare di illumino tecnica che a Sanremo non si era mai vista. Somiglierà molto più a un concerto, è stata seguita l'idea di una grande onda che si muoverà un po' in tutte le direzioni […] Il dato spettacolare sarà certamente all'altezza di eventi che si organizzano in tutto il mondo". E poi sulle scelte dei pezzi in gara: "Sono stanco ma tutto sommato soddisfatto, per aver trovato tra le oltre 400 proposte al vaglio della commissione, delle cose che possano fornire una fotografia piuttosto reale della nostra musica corrente […] L'ho fatto sapendo, anche quest'anno, che mi sarei fatto 24 amici e più di 300 persone che se potessero ammazzarmi lo farebbero, soprattutto perché sono un loro collega, che accresce il loro risentimento. Tutte le giurie sono fallibili, tutti avrebbero diritto a far ascoltare il loro pezzo pensando che sia stato censurato o non capito (riferimento più che esplicito a Carone e Dear Jack)".
Sulla politica e gli argomenti trattati, come la stessa questione migranti e il conflitto d'interessi che lo riguarda, Baglioni decide di glissare: "Io sono veramente il sagrestano del Festival, ci tengo affinché Sanremo sia una festa cantata. Qualsiasi personalismo riguardi me e altre persone io cerco di tenerlo fuori, perché io penso che il Festival sia di tutti noi. Se un elemento estetico o polemico rovinasse il tutto, sarebbe davvero una brutta cosa. La sostanza del Festival è talmente grande che non va toccata. Non parlerò di altro […] Non credo che sarà un Festival politico, ma un Sanremo di canzoni". Sulla scelta degli ospiti:
Da spettatore di Sanremo ho spesso visto come questo luogo sia quello salvifico, cosa in cui non credo. Io stesso ho ricevuto richieste di decine di associazioni che volevano parlare di questo o di quello. A rischio di apparire antipatico, dico che non si può ospitare tutto, questo è il Festival della canzone italiano, altrimenti diventa un casino in cui non si capisce nulla.
E ancora, sul Festival autarchico e sovranista e l'assenza di stranieri: "Qualche anno fa il sistema discografico permetteva a grandi artisti stranieri di venire qui, avere un grande auditorio per nuovi dischi, che grazie alla risonanza si vendevano, quindi non costavano all'azienda. Oggi i dischi non si vendono più, quindi per far venire grandi ospiti stranieri si deve, come si dice a Roma, rompere il dindarolo e pagare. Avere un gruppo che arriva all'ultimo per fare un francobollino, senza una linea di racconto, mi sembra inutile".
Virginia Raffaele, alla sua seconda esperienza sanremese, ringrazia naturalmente dell'occasione che le è stata offerta: "Per me è un regalo essere qui e spero di essere all'altezza". Specifica che sul palco non porterà direttamente i suoi personaggi storici, a differenza di quanto fatto nell'edizione del 2016 in cui affiancò Carlo Conti, ogni sera, con un personaggio diverso: "Ma non è detto che i miei personaggi non interverranno in qualche modo, sotto questo punto di vista sono bipolare".
Claudio Bisio è la novità totale di questo Festival, all'Ariston solo come ospite, nel 2013: "Claudio mi ha chiamato in tempi non sospetti e di questo sono contento. Fra poco festeggerò i 40 anni di carriera ed è un onore poterlo fare con questa esperienza". C'è molto interesse sui suoi numeri, vista la sua tradizionale veste a cavallo tra intrattenimento e impegno: "Come ha detto il direttore, Sanremo vince su tutti noi. Io non mi snaturerò, la mia storia la conoscete e quindi, se mi avete chiamato, è per essere me stesso, ma con garbo. Ecco, prometto garbo e di essere me stesso." Quando gli chiedono praticamente di cosa parlerà e se toccherà la politica, Bisio mostra anche un leggero fastidio:
Ufficialmente non parlerò di migranti, ma nemmeno di Venezuale, di Bolsonaro, di poli magnetici e neppure della Juve e dei rigori non dati