Non ci sono motivi per dire no a Rula Jebreal al Festival di Sanremo 2020
"Con tante conduttrici italiane brave, proprio Rula Jebreal doveva condurre il Festival di Sanremo?". È ovviamente questo il ‘leitmotiv' che guida i social network. E pensare che la notizia che Rula Jebreal possa affiancare Amadeus al Festival di Sanremo 2020 non è nemmeno ufficiale, ma solo una indiscrezione lanciata da Dagospia. Tanto è bastato, però, per mettere in moto il solito carrozzone dei distinguo e delle distanze. Politici in testa, ovviamente. Vedi Daniele Capezzone, che ormai nemmeno argomenta più (dice: quando mai l'ha fatto?): "Pure nel 2020 ci avete rotto i coglioni". Un attacco da tutti i fronti. Solo pochi giorni fa, su questa testata, si cercava di spiegare perché il trailer di Checco Zalone fosse pericoloso e, a pochi giorni di distanza, abbiamo la prova di come questo Paese sia ottenebrato, cieco e pericolosamente assuefatto a questo clima di odio sociale.
"Non sia mai che ci attacca il pippone con la questione palestinese e ci rovina il Festivàl", si fiuta nell'aria questa paura. Fortuna che, in questa fase tumultuosa, la brava giornalista non ci è entrata minimamente. Perché il paradosso è questo. A tutt'oggi non sappiamo se sarà effettivamente lei a co-condurre il Festival con Amadeus perché non c'è una smentita e non c'è una conferma. Ci sono però, puntualissimi, i miasmi che arrivano dai social. E si badi che con questo pezzo non si vuole difendere la posizione di Rula Jebreal, per quello basta il suo curriculum. Si vuole però sottolineare per l'ennesima volta, e chi scrive lo farà fin quando sarà necessario, come seguire certi esempi, ascoltare e amplificare la pancia delle persone, ci stia portando inevitabilmente tutti nel baratro.
C'è persino il comunicato di Giampaolo Rossi, consigliere Rai in quota Fratelli d'Italia, che pone già il veto: "Di Rula Jebreal sono a conoscenza delle posizioni filo-islamiste, anti-israeliane e delle sue fake news sulla guerra in Siria… ma non che sia esperta di musica italiana… Gli organizzatori di Sanremo non trasformino l'evento in una tribuna politica". E da quando, di grazia, al Festival di Sanremo ci si arriva solo come esperti di musica? Non è forse un contenitore nazional-popolare in cui può entrare tutto e di più, per citare l'inossidabile motto della Rai? Solo nell'ultimo decennio contiamo almeno 10 nomi che non vivono propriamente di musica, eppure sul palco dell'Ariston non hanno di certo sfigurato. Ne citiamo alcuni: Luciana Littizzetto, Luca Bizzarri e Paolo Kessisoglu, Elisabetta Canalis. Per gli amanti della sovranità nazionale anche le "non italiane" Ivana Mrazova, Michelle Hunziker, Belen Rodriguez. Persino Gabriel Garko. E Rula Jebreal, proprio no?