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Chi è Valerio Misano in Gomorra 3, Loris De Luna: “O’ Vucabolà, il male istruito nella Napoli bene”

Valerio Misano proviene dalla Napoli bene, ma le sue ambizioni sono orientate verso la parte più oscura della città. In Gomorrà 3 l’arrivo dell’outsider interpretato da Loris De Luna ha già scatenato enormi consensi e incuriosito il pubblico sull’identità di questa faccia d’angelo a servizio del male.
A cura di Eleonora D'Amore
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Valerio Misano è la new entry di Gomorra 3, insieme a Enzo Sangue Blu, interpretato da Arturo Muselli. Figlio istruito della Napoli bene, e per questo soprannominato O Vucabulà, proviene da un ambiente borghese, studia all’università, ha una famiglia benestante, eppure questo sembra non bastargli. Il fascino e la brama di potere che caratterizzano l’ambiente camorristico dell’hinterland napoletano hanno un ascendente così forte da sottomettere e piegare il perbenismo della sua estrazione sociale. Valerio cercherà fra i boss malavitosi quell’affermazione e quel prestigio, soprattutto economico, che il suo ambiente natio sembra negargli.

Chi è Loris De Luna

A prestare il volto a Valerio Misano è Loris De Luna. Classe 1992, nativo di Battipaglia (SA), è stato già protagonista di una puntata di una serie tv tratta dal romanzo di Maurizio de Giovanni I bastardi di Pizzofalcone, dove ha recitato al fianco di Alessandro Gassman. Ha studiato canto, danza e recitazione a Roma, diplomandosi nel 2014 presso l’Accademia EUTHECA, European Academy of Theatre and Cinema. Le prime comparse di un certo rilievo appartengono maggiormente al teatro, ambiente nel quale lavora dal 2013, con ruoli anche in lingua inglese. Nel 2015 arrivano i primi riconoscimenti: il Premio Attilio Corsini della rassegna Salviamo i Talenti e il Premio Speciale della giuria per Migliore Interpretazione al festival Spada d’Argento.

L'intervista a Fanpage.it

Intervistato nella redazione di Fanpage.it, Loris De Luna ha spiegato come le storie di questi due mondi, il suo e quello di Enzo Sangue Blu, apparentemente inconciliabili, si trovino in un punto di convergenza alimentato dalle rispettive ambizioni. Una Napoli bene che sposa il male con la consapevolezza di poter perseguire scopi che, nel suo ambiente agiato e istruito, sarebbero privi del giusto mordente per raggiungere il pieno potere e il giusto appagamento economico:

Il mio personaggio è soprannominato O’ Vucabolà e ha questo soprannome per un motivo ben preciso, cioè parla con cadenza napoletana sì, però in italiano. È un po’ una sorpresa per Gomorra 3 perché è un personaggio che viene dalla borghesia, dai quartieri ricchi, da Posillipo, quindi ha un’origine, un passato e un presente completamente diversi rispetto a quelli di Enzo Sangue Blu e degli altri personaggi. Accade quest’incontro tra i due e si rendono conto di avere degli interessi comuni, di varia natura. E si rendono conto, allo stesso tempo, che l’uno può servire all’altro per perseguire alcuni scopi.

Una prova attoriale sia fisica che psicologia. Qual è stata la più dura?
La materia su cui si lavora è una materia forte, che implica grande peso anche psicologico e poi fisico perché effettivamente ci sono ritmi di lavoro molto intensi, molto stancanti. Abbiamo girato per tantissimi giorni di notte, di seguito, quindi veramente una prova a 360°.

Da spettatore a protagonista di Gomorra. Com'è cambiata la tua percezione della serie?
Io sono sempre rimasto affascinato da questa serie, la prima volta che l’ho vista ero convinto fosse americana, poi mi sono informato e ho scoperto che invece era una serie italiana, e quindi ho detto ‘cazzo!’. Viverla poi sul set è stata un’emozione al cubo, sento di appartenere ormai a quel mondo. Ogni volta che sento la musica dei Mokadelic il mio cervello parte.

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