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Chernobyl prima della serie Tv, il disastro raccontato dalla televisione italiana

Piero Angela, Giovanni Minoli, Marcella De Palma. Sebbene la visione dell’acclamata serie tv Sky/HBO ci abbia restituito l’idea di una vicenda mai esplorata così a fondo prima d’ora, diversi approfondimenti del nostro piccolo schermo hanno raccontato le dinamiche di quello che fu solo in minima parte un incidente.
A cura di Andrea Parrella
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Piero Angela racconta il disastro di Chernobyl a pochi metri dal sarcofago. "Super Quark", 2006
Piero Angela racconta il disastro di Chernobyl a pochi metri dal sarcofago. "Super Quark", 2006

Da settimane, grazie all'arrivo della serie Tv prodotta da Sky ed HBO, si è riaperta la discussione sul disastro di Chernobyl. Il prodotto televisivo ideato da Craig Mazin e diretto da Johan Renck ripercorre in maniera efficacissima quello che accadde in Ucraina nel 1986, complici l'enorme potenza visiva e di racconto e la notevole interpretazione di attori come Jared Harris, Stellan Skarsgård ed Emily Watson. Il prodotto finale ha generato un effetto alquanto anomalo, quello di raccontarci una storia nuova, inedita, facendo ‘scoprire' Chernobyl a molti, soprattutto in relazione alle dinamiche dell'incidente e alla storia di Valerij Legasov, che si tolse la vita a due anni dalla tragedia. Fu lui ad essere incaricato per il tamponamento del disastro e lui ad indagare sulle cause di quel disastro, per poi essere distrutto, colpevole di aver raccontato la verità, ovvero le responsabilità delle istituzioni.

Niente che non fosse stato già detto in televisione. Sono diversi, infatti, gli approfondimenti che la televisione italiana ha dedicato alla vicenda di Chernobyl. Due in particolare, faticosamente rinvenibili online. Nel 2006, a vent'anni di distanza, fu Piero Angela e tornare sui luoghi del disastro, visitando personalmente l'area proibita attorno alla centrale di Chernobyl, ovvero quella zona evacuata a 36 ore di distanza dallo scoppio del reattore numero 4. La puntata speciale di SuperQuark, che poi apriva ad un discorso più generale dedicato al consumo di energia, alternava i racconti di Angela a pochi metri di distanza dal sarcofago del reattore, con le immagini della ricostruzione filmica del disastro firmata da Nick Murphy per la BBC. Si tratta, probabilmente, del primo documento video che racconta a fondo il dramma di Legasov. Lo stesso Angela, poi, spiegava la dinamica dell'incidente dalla centrale nucleare di Garigliano, grazie al supporto di grafiche speciali e della presenza del professo Paco Lanciano.

La storia siamo noi

Quest'ultimo estratto venne inoltre utilizzato da Giovanni Minoli per un altro importante approfondimento televisivo su Chernobyl de "La Storia Siamo Noi", trasmesso da Rai Storia qualche anno più tardi. Si apriva con le immagini di Marcella De Palma, la giornalista che poi sarebbe diventata conduttrice di "Chi l'ha visto?", in visita a Chernobyl nel 1996, dieci anni dopo la tragedia, per "Mixer". La ricostruzione del programma di Minoli è altrettanto dettagliata e fornisce ulteriori elementi per comprendere le dinamiche del disastro.

"Più le cose ci vengono ricordate, la comunicazione di massa è un’incessante simulazione del ricordo, più ne perdiamo la memoria, la tecnica crea le piaghe, i modi per dimenticarsene". Parole che scriveva Guido Ceronetti su La Stampa il 26 aprile del 1986 e che pesano oggi come un macigno se si associa la visione di questi due documenti visivi, nemmeno troppo lontani da noi, accostandoli alla straniante sensazione di clamore generata dalla serie Tv in onda su Sky in queste settimane. Come se Chernobyl non ce l'avesse mai raccontata nessuno e per la prima volta avessimo appreso come siano andate le cose 33 anni fa.

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