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Festival di Sanremo 2021

C’è il Festival ma Sanremo è deserta, Amadeus: “L’Ariston e le strade vuote, una città fantasma”

Manca poco al battesimo del fuoco per Amadeus, per la prima volta conduttore di uno show senza pubblico. Lo show, quello di Sanremo 2021. “Non sono in grado di dire cosa proverò, non ho mai fatto uno spettacolo con una platea vuota”, anticipa il direttore artistico, “Commuovermi? Dovesse capitare, capiterà”.
A cura di Stefania Rocco
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Attesa, trepidazione ma anche tristezza per un Festival di Sanremo che, per la prima volta nella sua storia, andrà in onda da un teatro Ariston deserto. Mancano poche ore al battesimo del fuoco di Amadeus, per la prima volta di fronte a una platea deserta. Per uno show, “lo” show, che raggrupperà di fronte alla televisione milioni di italiani, Sanremo 2021. Ma di fronte ai conduttori e agli artisti sul palco non ci sarà alcuno spettatore. “In questi giorni qualcuno c'è sempre qualcuno seduto in quelle poltroncine. Non sono in grado di dire cosa proverò, non ho mai fatto uno spettacolo con una platea vuota. Il nostro pubblico sarà l'orchestra di 60 elementi. Ci avvolge, ce l'abbiamo di fronte, avremo qualcuno da guardare. Il nostro obiettivo è l'evento televisivo, sappiamo che avremo milioni di persone che ci seguono in un momento storico. Giocheremo, ci divertiremo, ma certo la responsabilità è maggiore”, racconta Amadeus a Repubblica a poche ore dal fischio di inizio. Una partita difficile quella che si appresta a giocare, connotata dal fortissimo senso di responsabilità che avvolge l’evento, mai come quest’anno. Un’eredità (anche) emotivamente pesante, ma il conduttore non teme di commuoversi: “Dovesse capitare capiterà. Non ho pudore, sono uno che i propri sentimenti li esterna: cosi come mi diverto sul palco, e si vede, non trattengo le lacrime”.

La missione di Sanremo 2021: “Portare leggerezza”

Sanremo 2020 è stato l’ultimo grande evento della musica italiana. Una settimana dopo il Festival, lo scorso anno, si sarebbe abbattuta anche sull’Italia la pandemia di Covid che ha riscritto ogni regola sociale. Dal Festival di quest’anno non si riparte, dalla fine del tunnel ci separano ancora una campagna vaccinale partita a rilento e tanti, ancora troppi, morti. Regalare leggerezza, questa la missione di Amadeus e Fiorello;

Lo ribadisco: in questi cinque giorni vogliamo portare leggerezza, entrare nelle case degli italiani per regalare un sorriso. Sanremo è un appuntamento ed è giusto rispettarlo. Questa pandemia ha devastato tutti noi anche psicologicamente, penso ai ragazzi, ha sconvolto le nostre vite. Non l'avrei immaginato neanche nei più spettacolari film di fantascienza, che peraltro non sarei andato a vedere. Troppo inquietante. Penso che dobbiamo vaccinarci tutti al più presto, è l'unico modo per tornare a una normalità. Penso che noi dobbiamo fare spettacolo, è la nostra missione, ho usato un parolone, diciamo il nostro lavoro. Se la gente si sintonizza, come quando presento I soliti ignoti – anche lì faccio l'intrattenitore – comunque si distrae, mette la testa da un'altra parte. Chi è a casa e sta soffrendo perché combatte, ha perso i propri cari o il lavoro, forse per un attimo sorride. Sanremo non può risolvere i mali dell'Italia, ma promettiamo cinque serate di musica e leggerezza.

Il Festival in una Sanremo deserta: “Fanno impressione le strade vuote”

Ma l’atmosfera è cambiata anche all’esterno dell’Ariston. Amadeus, che era a Sanremo anche lo scorso anno, non può fare a meno di sottolineare le differenze con quanto era accaduto appena un anno fa: “Le strade deserte quando usciamo finite le prove. Alle undici di sera l'anno scorso c'erano centinaia di persone. Quest'anno è tutto deserto, Sanremo sembra una città fantasma”. Una solitudine che diventa palese soprattutto di sera:

Nessuna tentazione di fuggire. Ho trovato una Sanremo accogliente come sempre, quei cento metri che faccio dall'Ariston alla redazione la gente saluta con la mano, è ospitale, dimostra la felicità che siamo qua. Le persone non possono stare dietro a una transenna ma sono felici che Sanremo sia vivo. Ripeto, la sera è una situazione strana, mai vissuta nella mia vita. Sono stato inviato delle radio negli anni 80, adesso quando usciamo dal teatro Sanremo è deserta. L'anno scorso ci fermavamo anche 20 minuti con le persone, tra autografi e selfie. Fa impressione perché è come se non fossimo a ridosso del festival, ma in un altro periodo dell'anno.

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