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Canone Tv: vince Sky, la Rai rinuncia ai nomi degli abbonati

C’è una tregua temporanea tra Sky e Rai: Viale Mazzini rinuncia a chiedere alla pay tv i nomi degli abbonati per i controlli sul pagamento del canone e la tv a pagamento ritira la richiesta di risarcimento per i programmi oscurati.
A cura di G.D.
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Pace fatta tra Rai e Sky dopo una bagarre sviluppata su più fronti. La Rai aveva oscurato gli eventi sportivi e i film in anteprima per i clienti Sky e aveva contestato alla tv a pagamento la distribuzione della "Digital Key", la chiavetta in grado di aggirare l'oscuramento. La reazione di Sky è stata quella di un risarcimento per un totale di 138 milioni di euro, depositato a gennaio 2014 presso il Tribunale Civile di Roma. Ma la partita si giocava tutta sulla richiesta, sempre negata, di Viale Mazzini dei dati degli abbonati Sky per effettuare i controlli sul pagamento del canone, al punto che era intervenuto il governo Letta sulla questione, passando la riscossione all'Agenzia delle Entrate che avrebbe incaricato la Guardia di Finanza per confrontare le banche date di Rai, Sky e Mediaset.

La Rai spera nei ritorni pubblicitari. Sky ha ritirato la richiesta di risarcimento danni, mentre la tv di Stato ha cancellato la causa civile sulla chiavetta aggira-oscuramento oltre a rinunciare alla banca dati della televisione a pagamento. Tanto rumore per nulla? La battaglia aveva un solo grande sconfitto, proprio la Rai, che aveva già perso al Tar del Lazio nel 2012 e al Consiglio di Stato nel 2013. La Rai così facendo spera anche di aumentare i ritorni nella raccolta pubblicitaria e di avere benefici in termini di ascolti.

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