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Bonolis ha ridicolizzato Marilyn Manson anziché raccontarlo

Di come la carta principale della nuova edizione di “Music”, ovvero la presenza in studio di Marilyn Manson, Paolo Bonolis l’ha giocata malissimo.
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Paolo Bonolis non è Fabio Fazio. Fate caso a questo: entrambi si ostinano a voler cercare di essere qualcosa di più, finendo spesso per prendere, in maniera forse del tutto inconsapevole, l'uno le peculiarità dell'altro. Fabio Fazio ricerca spesso la battuta in appoggio, spalleggia l'intervistato (o la Littizzetto), ma non riesce mai a fare ridere per davvero. È una cosa che riesce benissimo a Paolo Bonolis quando, per esempio a "Ciao Darwin", si dimena scegliendo vittime tra ospiti panzuti, caratteri improbabili, punk, supertatuati e affini. Quando però si scende (o si sale, è tutto un gioco di prospettiva) nell'intervista vis à vis, quando si ricerca il contenuto, territorio in cui Fabio Fazio si muove a meraviglia, Paolo Bonolis arranca e ride sulle sue stesse intenzioni, prova la battuta ad effetto e ripropone quel gioco della vittima. Così, il senso dell'intervista crolla su se stesso, come il pensiero verticale. Solo che, in questo caso, non fa ridere.

Una premessa per dire che la carta principale della nuova edizione di "Music", ovvero la presenza in studio di Marilyn Manson, il buon Bonolis se l'è giocata malissimo. Presentato in conferenza stampa come un momento di sdoganamento per la televisione commerciale, anticipato dal divertente selfie con Gianni Morandi, il risultato finale dell'intervista è stato quello di sminuire, ridicolizzare il personaggio del "Reverendo" così come i suoi ‘seguaci' presenti in prima fila. "Your people", gli fa Bonolis quando lo saluta, indicando i ragazzi dark-emo dai capelli colorati in prima fila. Manson lo corregge subito: "Our people", la nostra gente. Bonolis puntualizza: "My people", indica i ben vestiti alle spalle di Manson che chiude da paciere citando uno dei suoi pezzi migliori: "The beautiful people"

Si scende ancora più in basso quando Bonolis gli chiede delle sue collezioni particolari: "Lei colleziona scatole di latta per il pranzo e arti prostetici, ma le figurine, no?". Risate del pubblico. Portare Marilyn Manson in prima serata su Canale 5 è un grande colpo; semplificare il personaggio per il pubblico generalista di Mediaset è una necessità, banalizzarlo è un grave peccato. Appesantito dagli anni e con un tutore alla gamba destra per l'ultimo incidente sul palco, Manson è rimasto calmo, serafico, rispondendo quasi meccanicamente e in maniera scontata alle domande. Ha tenuto i toni bassi, data l'età. Fosse stato il Manson degli anni d'oro ad assistere a quel teatrino, forse ci sarebbe stato il finale thrilling, altro che risatine.

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