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“Black Mirror: Bandersnatch” è un videogame più che un film

“Black Mirror: Bandersnatch” si allontana di molto da quella che è la filosofia originale della saga. È un videogame più che un film, non è un capolavoro ma intrattenimento alternativo. Al netto di spoiler su ogni possibile finale, vi basterà sapere che lo spettatore è al centro di tutto: è lui a decidere cosa ascoltare, che azione intraprendere, in che modo infrangere la quarta parete. È intrattenimento videoludico: non un capolavoro.
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"Black Mirror: Bandersnatch" è disponibile da oggi su Netflix. Presentato come il primo film del franchise creato da Charlie Brooker e come il primo film interattivo disponibile sulla piattaforma on demand, diciamo subito che "Bandersnatch" si allontana di molto da quella che è la filosofia originale della saga. È un videogame più che un film, non è un caso che la trama ruoti intorno alla fase di creazione e di lancio di un complesso e innovativo gioco tratto da un romanzo a bivi che ha avuto genesi e conclusione altrettanto travagliate.

Al netto di spoiler su ogni possibile finale, vi basterà sapere che lo spettatore è al centro di tutto, è lui a decidere cosa ascoltare, che azione intraprendere, in che modo infrangere la quarta parete. Si, perché in una delle tante linee temporali presenti (312 minuti complessivi da combinare in una linearità di 90 minuti) il protagonista inizia a percepire i fili invisibili della vostra mano, inizierà a rivolgersi direttamente a voi come a una presenza ultraterrena: "Cosa devo fare?". Anche in quel caso arriverà la possibilità di scegliere come intervenire. Ogni qual volta il nostro protagonista dovrà prendere una scelta, come in un videogame il quadro si restringe e avremo dieci secondi di tempo per prendere due direzioni diverse. Arrivati alla fine di ogni scenario, parte un recap che lascia – nemmeno a dirlo – a noi la scelta: titoli di coda o bivio precedente. E così via.

Provato via app da Playstation, inizialmente ho avviato Bandersnatch da smart tv e, sorpresa, parte un video di cinque minuti ricco di "Mi dispiace", montato dai precedenti episodi di Black Mirror, in cui in buona sostanza mi viene fatto presente che lo smart tv in questione è troppo datato per assistere al film interattivo (l'ho comprato due anni fa, maledizione!). L'impressione, data anche la nuova icona creata per differenziare un film classico da quello interattivo, è che Netflix possa puntare in futuro anche su questo genere di intrattenimento. Funziona? Meh. E, attenzione, siamo nel campo del puro cazzeggio. Un film interattivo pari a un videogame con la struttura a bivi. Parlare di capolavoro in questo caso, mi sembrerebbe un tantino esagerato.

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