"Ho avuto la sfortuna di vedere un pezzo di Gomorra, c'erano delle frasi toste, brutte, volgare. Ho avuto paura che i miei figli potessero vederlo, ho due bambini di 11 e 14 anni, non gliel'ho mai fatto vedere, e io non ho mai visto una puntata". Parole e musica di Biagio Izzo su "Gomorra e i suoi derivati" nella trasmissione "I Lunatici". Lo ha detto proprio lui, l'attore che è partito dalle comunioni e dalle feste di piazza, che ha fatto successo partendo dalle reti libere quando era nel duo "Bibì e Cocò", sponsorizzando le scampagnate a Montevergine. Lo ha detto proprio lui, che della volgarità un tanto al chilo ne ha fatto un must con i suoi personaggi, non soltanto i più datati ma anche quelli più recenti visti nei film di Carlo Vanzina e di Enrico Oldoini: ricordate il fax della tecnologia napoletana, vero? Ecco, è lui.
Ora, nulla contro quel cinema ridanciano che piace, eppure "le parole di Biagio Izzo su Gomorra", per usare le chiavi degli articoli che hanno preso a girare sui social, andrebbero di molto ridimensionate. Ed è già grave che un attore, un addetto ai lavori della sua esperienza, vada in questo modo a pestare i piedi a un'altra produzione in maniera pubblica, in una intervista. Volgarità per volgarità, è sicuramente una uscita poco elegante come il resto della sua dichiarazione, assolutamente fuori contesto, fuori fuoco per non dire desueto: "Io sono rimasto a vivere a Napoli, bisogna stare qui, investire in questa città, aiutarla, troppo facile andare via e prendere le distanze. Napoli non è solo Scampia".
Avrei preferito, nei giorni in cui "La paranza dei bambini" di Claudio Giovannesi e Roberto Saviano, porta a casa l'Orso d'argento al Festival di Berlino, che si parlasse magari di quanto sia importante mantenere un riflettore acceso sui ragazzi in difficoltà e sui nostri maestri di strada, che nonostante l'indifferenza di questa borghesia posticcia, ogni giorno provano a tracciare una strada e ad aprire un confronto. E invece l'occasione è stata persa.
E sono sincero, mi aspettavo qualcosa di diverso da un napoletano come Biagio Izzo. Mi aspettavo parole meno superficiali, quantomeno contestualizzate meglio. Mi aspettavo qualche riferimento ai tagli al welfare che hanno messo in ginocchio la parte più povera della nostra città, come ha bene sottolineato Massimiliano Virgilio sul Corriere del Mezzogiorno. Ecco il problema più grande di questi tempi. Le parole che vengono amplificate sulle questioni di rilievo spesso sono quelle sbagliate, pronunciate da personaggi che non avrebbero i giusti titoli, i giusti attributi. "Gomorra è volgare" dice Biagio Izzo e non c'è nessuno che gli ricordi da quale mondo venga fuori.