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Benigni con TuttoDante floppa e si scatena il solito moralismo all’italiana

TuttoDante lo scorso mercoledì ha totalizzato il 3% di share in prima serata, confermando ancora una volta che l’esperimento di Roberto Benigni su Rai 2 non è affatto riuscito. E mentre si scatena il solito moralismo all’italiana (“Costa troppo, risparmiamo”), c’è anche chi lo ha difeso.
A cura di Fabio Giuffrida
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Mercoledì è andata in onda una delle puntate di Tutto Dante che in quell'occasione ha trattato del XVII e del XVIII canto dell'Inferno. Un doppio appuntamento trasmesso su Rai  2 che ha sicuramente catturato l'attenzione di un pubblico di nicchia: i risultati parlano chiaro. Dati alla mano sono stati in 916.000 spettatori a seguire il primo appuntamento mentre nel secondo si è arrivati a 790.000 spettatori. Lo share registrato è stato invece del 2,98% e 3,33%. Insomma numeri piuttosto bassi per una prima serata, addirittura inferiori ad ogni altra rete: nella stessa serata, prendendo in considerazione sempre mercoledì scorso, La7 ha totalizzato il 3,77% di share mentre Italia 1 il 3,72% senza contare il 23,75% di Canale 5 e il 14,3% di Rai 1. In altre parole Roberto Benigni su Rai 2 non si è affatto rivelato un successo, anzi. Ma in fondo cosa ci si aspettava da un programma che parla di Dante, di argomenti che di fatto non possono mirare ad un target popolare?

Le critiche sugli ascolti tv di Benigni sono subito arrivate soprattutto perchè il cachet richiesto dal comico fiorentino è certamente molto elevato: si parla di oltre 5 milioni di euro (300 mila euro a puntata per TuttoDante, secondo indiscrezioni di stampa) che comprendevano anche la sua prima serata record di ascolti su Rai 1 con "La più bella del mondo" dove Benigni ha fatto rivivere la costituzione italiana anche solo per una serata. In molti si sono chiesti: in un momento così delicato per le casse della Rai perchè pagare così tanto Benigni? Perchè puntare su programmi che in termini economici non portano milioni di euro nelle casse della tv pubblica? Perchè non catturare più pubblico anziché fermarsi a contenuti di nicchia? Perchè non provare a risanare i conti anziché sperimentare in maniera così azzardata? Domande legittime che però stonano con la missione del servizio pubblico che poco dovrebbe badare agli ascolti e agli investimenti pubblicitari, dal momento che è supportato dal canone pagato ogni anno dagli abbonati Rai. Insomma, un servizio pubblico che offra più qualità rimettendoci anche di tasca propria. Un servizio pubblico che educa il telespettatore quindi.

La Rai deve fare "servizio pubblico" ci siamo detti più volte anche sulle pagine di Fanpage.it. Peccato che poi alla prima occasione in cui la tv di stato torna a promuovere la cultura, scommette su contenuti certamente costosi e "di spessore", qualcuno è pronto a scagliarsi contro con il solito moralismo all'italiana: "Costa troppo, risparmiamo. Perchè pagare Benigni così tanto?". Perchè privare quei 900 mila spettatori di un programma che a loro è piaciuto? Perchè bisogna sempre sostenere che un programma per definirsi buono debba fare necessariamente ottimi ascolti? L'esperienza ci dice che in genere non è affatto così. A fare un'ottima analisi è stato Corrado Augias di Repubblica che ha definito TuttoDante "un'operazione che merita tanto di cappello anche se mandata in onda senza le cautele necessarie per un pubblico non abituato a simili altezze". E poi continua: "Se non tenta la Rai a fare una cosa del genere chi potrà mai farla? Risultati scarsi? E' così che si comincia, poi bisogna avere abbastanza cuore per andare avanti". Per Aldo Vitali, Direttore di Tv Sorrisi e Canzoni, "il Dante di Benigni è una medaglia al valore del servizio pubblico""Dovremmo avvicinarci a programmi come questo con minor timore reverenziale: si trova un grande giovamento per l'anima" ha concluso il Direttore. Insomma, ci vuole tempo.

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