Non impareremo mai a smettere di dare fiducia a Barbara D'Urso. Nel giorno del suo ritorno alla fascia del primo pomeriggio con "Domenica Live", era stato annunciato un esperimento "meta-televisivo", vocabolo inedito nel dizionario ‘dursiano'. C'era – tra gli studiosi della televisione – chi aveva cominciato a tracciare rette su due assi cartesiani per capire quale mai poteva essere questa grande novità, questo grande esperimento. "Pensavo fosse amore e invece" era un'intervista alla peggior imitazione possibile di Mara Venier, quella di Emanuela Aureli.
Nulla contro l'artista ternana – che non ha rivali nell'imitare Milly Carlucci, per esempio – ma il numero è chiaramente stato orchestrato ad arte per rispondere alla lezione di varietà che la "vera" Mara ha messo su con l'imitatore rivelazione di questa stagione televisiva, Vincenzo De Lucia. Barbara D'Urso, amante del caffeuccio, questa volta risponde ai numeri di Mara Venier con un banalissimo surrogato. I vertici di Mediaset dovrebbero chiedere conto anche di questo. Un banale copia-incolla riuscito malissimo, come quando le case della grande moda indovinano il capo della stagione e le fabbriche concorrenti iniziano a produrre in serie copie malfatte. Alle sagre di paese c'è più cultura del lavoro e – sicuramente – più dignità.
Non si può dire che il blocco informativo sia andato meglio con l'inviata che – senza mascherina – se ne va in giro per le spiagge di Tenerife "a caccia di italiani". Così come il blocco successivo contro i vip che si trovano, per un motivo o per un altro, nelle calde mete tra Turchia e Dubai. Cosa si vuole produrre? Purissimo odio sociale? È scioccante e avvilente. Non si tratta più neanche di "bonifica del trash". Perché Mediaset ha deciso di continuare a intestarsi – oltre a una palese assenza di contesto e di idee – questo atteggiamento così incivile?