Barbara D’Urso e la sua “nuova” Domenica disarmante
La faccia di Alessio Vinci, davanti alla tv piazzata su Canale 5. Sarebbe stato bello vederla oggi perché forse solo lui avrebbe sintetizzato tutto il disappunto, l'incomprensione, infine credo lo sdegno, per quello che avrebbe visto mettere in pratica da Barbara D'Urso per sopperire agli ascolti insufficienti che la Domenica Live, capitanata dallo stesso Vinci, aveva provocato.
La solita minestra – Nella sostanza, che si sarebbe trattato di un piatto riscaldato lo sapevamo tutti, nessuno escluso. Non avevamo alcuna aspettativa nei confronti di questo passaggio di consegne che quanto di più infelice non c'è. Questa Domenica Live 2.0 ha rispettato gli standard regalandoci una deliziosa intervista, a metà pomeriggi0, con i neogenitori Carmen Russo ed Enzo Paolo Turchi, da un occhio di bue puntati per aver messo al mondo una creatura in età decisamente avanzata (se a Barbara D'Urso dovesse interessare, la cugina del mio salumiere di fiducia ha fatto un figlio a 58 anni: possiamo organizzare qualcosa per domenica prossima?).
Un tema di fondo chiamato baldoria – Il pubblico in studio è raddoppiato rispetto alle poche puntate realizzate da Vinci e, se non è raddoppiato, gli è di certo stato imposto di fare il doppio del casino. Situazione favorevole al fine della buona riuscita dell'imperdibile e imprescindibile segmento dei format di casa D'Urso, nient'altro che l'equivalente Mediaset di quell'Arena che Massimo Giletti (premiato per questo con la prima serata di Rai1) si vanta di aver messo al mondo: parlare di attualità con rispetto, non dire sostanzialmente nulla, fare un paio di facce preoccupate ed indignate, infine esibirsi solo in manifestazioni di sana baldoria.
L'imperdibile dibattito Nord contro Sud – Il suddetto teorema si è tradotto in modo perfetto (la squadra è rodata) durante questa domenica d'esordio. Si è ritirata fuori strumentalmente, come pretesto, la già strumentale questione dei napoletani maleodoranti, una ricetta perfetta condita di calcio, nord e sud e uso facile e sconsiderato delle seguenti espressioni: razzismo, Unità d'Italia, Maradona, Juventus, ‘O-sole-mio e Oh mia bella Madunina. Il risultato diverso, ogni volta, sta nei dosaggi e nel tocco: quello di Barbara è il tocco della professionista. La giocata di classe di questo pomeriggio, oltre a quella di aver messo l'una contro l'altra le fazioni nord-sud (rispettivamente rappresentate dai leghisti Matteo Salvini e Gianluca Bonanno da una parte e Guido Lembo e Patrizia Pellegrino dall'altra), è stata realizzata in un momento di particolare caciara, col pubblico che incoraggiava Salvini a cantare una canzone napoletana. Lei, voltandosi verso "gli spalti" ha detto, candidamente ma con intransigenza:
No, per favore, vi avevo chiesto di non fare uno stadio
Il volto di Alessio Vinci – Avrei voluto osservarlo proprio in quell'istante preciso.